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Ricorso per cassazione: l’avvocato è obbligatorio

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da un imputato. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 c.p.p., che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale, come stabilito dalla riforma del 2017. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: perché l’assistenza di un avvocato è indispensabile

La recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dall’imputato, ma deve essere sottoscritto da un difensore abilitato. Questa decisione sottolinea l’importanza delle formalità procedurali e le severe conseguenze della loro inosservanza, anche quando le ragioni di merito potrebbero apparire fondate.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna per fatti di bancarotta, emessa dal Tribunale di Monza e parzialmente riformata in appello dalla Corte di Milano, con una riduzione della pena. L’imputato, ritenendosi ingiustamente condannato, decideva di impugnare la sentenza di secondo grado proponendo personalmente ricorso per cassazione. La sua difesa si basava su un punto specifico: sosteneva di aver assunto la carica di amministratore della società solo dopo la commissione dei fatti contestati e, pertanto, di non averne alcuna responsabilità.

La Decisione della Corte e l’Importanza del ricorso per cassazione formale

Nonostante le argomentazioni di merito sollevate, la Suprema Corte non è nemmeno entrata nell’analisi dei fatti. Ha, invece, dichiarato il ricorso immediatamente inammissibile. La ragione è puramente procedurale ma di importanza cruciale: l’atto di ricorso era stato presentato e sottoscritto personalmente dall’imputato, in violazione di una norma specifica del codice di procedura penale.

le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che tanto l’atto di ricorso quanto le memorie successive devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. I giudici hanno richiamato un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (la sentenza “Aiello” del 2017), la quale ha chiarito che questa regola si applica a tutti i ricorsi presentati dopo l’entrata in vigore della riforma, senza eccezioni. Poiché l’imputato ha agito personalmente, il suo ricorso è risultato privo di un requisito formale essenziale, impedendo alla Corte di valutarne il contenuto.

le conclusioni

La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata duplice e severa per il ricorrente. In primo luogo, la sua condanna è divenuta definitiva senza che le sue ragioni potessero essere discusse. In secondo luogo, ai sensi dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di euro 4.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa ordinanza serve da monito: il giudizio di Cassazione è un procedimento altamente tecnico, e il rispetto delle regole formali, come la necessaria assistenza di un avvocato cassazionista, non è un mero cavillo, ma una condizione imprescindibile per accedere alla giustizia di legittimità.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. La legge n. 103 del 2017 ha modificato l’art. 613 del codice di procedura penale, stabilendo che l’atto di ricorso, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La regola che impone la firma dell’avvocato per il ricorso in Cassazione si applica a tutti i ricorsi?
Sì, come affermato dalla sentenza delle Sezioni Unite citata nel provvedimento (sentenza Aiello n. 8914/2017), questa regola si applica indistintamente a tutti i ricorsi proposti dopo l’entrata in vigore della novella legislativa del 2017.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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