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Ricorso per cassazione: l’avvocato è obbligatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente da un individuo contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si basa sulla modifica dell’art. 613 c.p.p. introdotta dalla legge 103/2017, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché è Obbligatoria la Firma dell’Avvocato?

Presentare un ricorso per cassazione è una fase delicata e altamente tecnica del processo penale. Un recente provvedimento della Corte Suprema, l’ordinanza n. 4096 del 2024, ribadisce un principio fondamentale, spesso sottovalutato: l’impossibilità per il privato cittadino di agire personalmente in questa sede. La vicenda analizzata offre uno spunto cruciale per comprendere le conseguenze della mancanza di una difesa tecnica qualificata.

Il Caso: Dalla Sorveglianza alla Cassazione Senza Difesa Tecnica

Un soggetto, condannato in via definitiva, si era visto rigettare dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna la richiesta di accedere a misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova al servizio sociale o la detenzione domiciliare. Non condividendo la decisione, l’interessato decideva di impugnare il provvedimento presentando personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione.

Questo atto, compiuto senza l’assistenza di un legale, si è rivelato fatale per le sorti dell’impugnazione.

L’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione: la Riforma del 2017

Il cuore della questione risiede in una modifica normativa cruciale. La legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando) ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale. Prima di questa riforma, la legge consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso. La nuova formulazione ha invece eliminato questa possibilità, stabilendo che l’atto debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

L’obiettivo del legislatore è stato quello di garantire un elevato standard di tecnicismo e professionalità nei ricorsi presentati alla Suprema Corte, che è giudice di legittimità e non di merito.

Le motivazioni della Corte Suprema

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, ha svolto un ragionamento lineare e ineccepibile. I giudici hanno rilevato che l’impugnazione era stata proposta personalmente dall’interessato in una data successiva al 3 agosto 2017, giorno di entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, l’atto era privo di un requisito formale essenziale: la sottoscrizione di un avvocato cassazionista.

La mancanza di tale requisito, definito dalla legge come causa di inammissibilità, non lascia spazio a interpretazioni. La Corte ha richiamato anche un precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che aveva consolidato questo principio. L’inammissibilità è stata dichiarata de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza formale, come previsto dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma in modo netto che chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale. Il ‘fai da te’ legale, in questa sede, non solo è inefficace, ma produce conseguenze economiche negative.

La dichiarazione di inammissibilità, infatti, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, inoltre, al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro. Questa sanzione è legata alla colpa del ricorrente nell’aver intrapreso un’azione giudiziaria senza rispettare le regole procedurali fondamentali.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, che ha modificato l’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in tremila euro.

Questa regola si applica a tutti i ricorsi presentati dopo quale data?
La regola dell’obbligatoria sottoscrizione da parte di un difensore si applica a tutti i ricorsi proposti in data successiva al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge di riforma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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