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Ricorso per cassazione: la firma dell’avvocato è obbligatoria

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione proposto personalmente dalla parte. La decisione ribadisce che, secondo l’art. 613 c.p.p., l’atto deve essere sottoscritto da un difensore abilitato, pena l’inammissibilità.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: La Firma dell’Avvocato è un Requisito Indispensabile

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio è regolato da norme precise che ne garantiscono l’ordine e l’efficacia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce una di queste regole fondamentali, specificamente per quanto riguarda il ricorso per cassazione in ambito penale. La pronuncia sottolinea come la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato non sia una mera formalità, ma un requisito di ammissibilità la cui assenza comporta conseguenze definitive per l’impugnazione.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Personale

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Ancona, che aveva dichiarato inammissibili alcune istanze di revisione presentate da un’imputata. Contro questa decisione, la stessa imputata ha deciso di agire personalmente, proponendo ricorso direttamente alla Corte di Cassazione. L’atto di impugnazione, tuttavia, recava unicamente la sua firma, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un legale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine della procedura penale, consolidato dalla giurisprudenza e rafforzato da recenti riforme legislative. Oltre a dichiarare l’inammissibilità, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 4.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: L’obbligatorietà della sottoscrizione del difensore nel ricorso per cassazione

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma, come modificata dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione.

La Corte chiarisce che questa regola ha una portata generale e si applica a qualsiasi tipo di provvedimento si intenda impugnare davanti al giudice di legittimità. Non è più possibile per la parte privata presentare personalmente un ricorso, neanche se la sottoscrizione venisse autenticata da un legale. L’autenticazione, infatti, serve solo ad attestare la genuinità della firma della parte, ma non sostituisce il requisito essenziale della sottoscrizione del difensore specializzato, che si assume la responsabilità tecnica del contenuto dell’atto.

La ratio della norma è quella di garantire un “filtro” tecnico, assicurando che le questioni sottoposte alla Suprema Corte siano formulate con la perizia e la competenza necessarie, data la natura del giudizio di cassazione, che è un giudizio di pura legittimità e non di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza riafferma con fermezza un principio non derogabile: chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale deve necessariamente avvalersi di un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il “fai da te” processuale, in questa sede, non è ammesso e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per la tutela dei propri diritti, specialmente nelle fasi più complesse e tecniche del procedimento giudiziario. La sanzione accessoria del pagamento delle spese e di una somma alla Cassa delle ammende sottolinea ulteriormente la serietà con cui l’ordinamento considera il rispetto delle regole procedurali.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, a seguito delle modifiche introdotte dalla L. n. 103 del 2017 all’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso per cassazione non può essere proposto personalmente dalla parte, ma deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione è firmato solo dalla parte e non da un avvocato abilitato?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito dell’impugnazione, e il ricorrente sarà condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La regola che impone la firma dell’avvocato si applica a tutti i tipi di provvedimenti impugnati in Cassazione?
Sì, la Corte ha affermato che la regola si applica al ricorso per cassazione avverso un qualsiasi tipo di provvedimento, senza distinzioni. La norma ha una portata generale e mira a garantire la qualità tecnica di tutti gli atti sottoposti al vaglio della Suprema Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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