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Ricorso per cassazione: inammissibile senza avvocato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso per cassazione inammissibile perché proposto personalmente dall’imputato e non da un avvocato abilitato. La decisione si fonda sulla modifica normativa introdotta nel 2017, che ha reso obbligatoria la sottoscrizione del difensore specialista, applicando il principio ‘tempus regit actum’. L’appellante è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Inammissibile: La Firma dell’Avvocato è Indispensabile

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: dopo la riforma del 2017, il ricorso davanti alla Suprema Corte deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’apposito albo. La conseguenza di una violazione di questa regola è drastica: un ricorso per cassazione inammissibile, senza alcuna possibilità di esame nel merito. Analizziamo insieme questa decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato con sentenza del Giudice dell’Udienza Preliminare, decideva di impugnare tale decisione presentando personalmente ricorso alla Corte di Cassazione. L’atto di impugnazione, depositato nel maggio 2018, recava unicamente la firma del ricorrente e non quella di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Questo dettaglio, apparentemente formale, si è rivelato decisivo per l’esito del procedimento.

La Riforma del 2017 e il Principio ‘Tempus Regit Actum’

Il cuore della questione risiede nella modifica normativa introdotta dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017. Questa legge ha emendato l’articolo 613 del Codice di Procedura Penale, eliminando l’inciso che permetteva alla parte di provvedere personalmente al ricorso per cassazione. Dall’entrata in vigore della norma, il 3 agosto 2017, è diventato un requisito imprescindibile, a pena di inammissibilità, che il ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

La Corte ha applicato il principio ‘tempus regit actum’ (la legge del tempo regola l’atto), stabilendo che, essendo il ricorso stato presentato nel 2018, esso doveva sottostare alla nuova disciplina, nonostante la sentenza impugnata fosse antecedente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso per cassazione inammissibile con una procedura semplificata, cosiddetta ‘de plano’, come previsto dalla stessa riforma del 2017. I giudici hanno chiarito che, data la natura personale dell’atto di impugnazione, non è sufficiente neanche l’autenticazione della firma del ricorrente da parte di un legale o la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’ del mandato. La legge ora richiede che la titolarità dell’atto, manifestata tramite la sottoscrizione, appartenga al difensore specialista.

L’ordinanza ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro alla Cassa delle ammende, non ravvisando alcuna assenza di colpa nella proposizione di un ricorso privo di un requisito essenziale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico e lancia un messaggio inequivocabile: l’accesso alla Corte di Cassazione in materia penale richiede necessariamente l’assistenza tecnica di un avvocato cassazionista. La formalità della sottoscrizione non è un mero cavillo, ma un requisito di ammissibilità che, se non rispettato, preclude ogni discussione sul merito della vicenda processuale. Per chiunque intenda contestare una sentenza penale in ultimo grado, è quindi fondamentale affidarsi sin da subito a un professionista abilitato, per evitare che il proprio diritto di difesa si infranga contro una barriera procedurale insormontabile.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103/2017, è obbligatorio che il ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma dell’avvocato specialista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza che la Corte ne esamini il merito. Ciò comporta che la sentenza impugnata diventi definitiva e il ricorrente venga condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La regola della sottoscrizione obbligatoria dell’avvocato si applica anche a ricorsi presentati subito dopo l’entrata in vigore della legge?
Sì. La Corte applica il principio ‘tempus regit actum’, secondo cui la legge che disciplina un atto è quella in vigore nel momento in cui l’atto viene compiuto. Pertanto, un ricorso depositato dopo il 3 agosto 2017 deve rispettare i nuovi requisiti, indipendentemente dalla data della sentenza che si intende impugnare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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