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Ricorso per cassazione: inammissibile senza avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente da un individuo contro un’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, che impone l’obbligo del patrocinio di un avvocato. L’inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Fai-da-Te? La Cassazione Dice No: Inammissibilità e Condanna alle Spese

Presentare un ricorso per cassazione è un passo delicato e tecnicamente complesso, che segna l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impossibilità per il privato cittadino di agire personalmente in questa sede. La pronuncia chiarisce che l’assistenza di un avvocato non è una mera facoltà, ma un requisito di ammissibilità la cui mancanza porta a conseguenze severe, inclusa la condanna a spese e sanzioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un reclamo presentato da un soggetto ai sensi dell’art. 35-ter dell’ordinamento penitenziario. Il Magistrato di Sorveglianza di Potenza aveva dichiarato tale reclamo inammissibile. Non accettando questa decisione, l’interessato ha deciso di impugnare l’ordinanza, proponendo personalmente un ricorso per cassazione.

La Disciplina del Ricorso per Cassazione e l’Obbligo del Difensore

Il cuore della questione risiede nelle norme procedurali che regolano l’accesso alla Corte di Cassazione. In particolare, l’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), stabilisce in modo inequivocabile che gli atti di ricorso devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Cassazione.

Questa norma mira a garantire un’adeguata qualità tecnica degli atti sottoposti alla Suprema Corte, il cui compito non è rivedere i fatti, ma assicurare l’uniforme interpretazione e la corretta applicazione della legge. L’intervento di un professionista specializzato è considerato essenziale per filtrare le questioni e presentarle in modo giuridicamente appropriato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, investita del caso, ha optato per una trattazione semplificata, cosiddetta de plano, senza udienza, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa modalità è riservata ai ricorsi che appaiono manifestamente inammissibili.

La decisione dei giudici è stata netta: il ricorso è inammissibile per “difetto di legittimazione” del ricorrente. Poiché l’interessato ha agito personalmente, senza avvalersi del patrocinio di un avvocato cassazionista, ha violato una regola procedurale inderogabile. La Corte ha sottolineato che questa regola si applica a tutti i provvedimenti emessi dopo l’entrata in vigore della riforma del 2017, come nel caso di specie.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata a pagare le spese del procedimento. Ma non solo: la Corte ha anche condannato il ricorrente al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa sanzione pecuniaria viene irrogata quando non emergono elementi che possano scusare il ricorrente, ovvero escludere la “colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”, come stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000. In altre parole, l’errore procedurale di aver agito senza un legale è stato considerato un atto negligente e, pertanto, meritevole di sanzione. La decisione riafferma con forza che le regole di accesso alla giustizia, specialmente nei gradi più alti, devono essere rispettate scrupolosamente per non incorrere in esiti pregiudizievoli.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, l’art. 613 del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. La presentazione personale dell’atto ne causa l’inammissibilità.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza l’assistenza di un avvocato?
La Corte di Cassazione lo dichiara inammissibile per difetto di legittimazione. Ciò significa che il ricorso non viene esaminato nel merito, ma viene respinto per una violazione delle regole procedurali.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la sua colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso esaminato, tale somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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