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Ricorso per Cassazione: inammissibile senza avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un detenuto contro una sanzione disciplinare. La decisione si fonda sulla normativa che, dal 2017, impone l’obbligo del patrocinio di un avvocato abilitato per il ricorso per Cassazione, pena l’inammissibilità dell’atto. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché Non Puoi Farlo da Solo

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale che richiede rigore tecnico e una profonda conoscenza delle norme procedurali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale, spesso sottovalutato: l’impossibilità per la parte di presentare personalmente l’atto di ricorso, essendo obbligatoria l’assistenza di un difensore specificamente abilitato. Analizziamo insieme il caso per comprendere le ragioni e le conseguenze di questa regola.

I Fatti del Caso

Un detenuto, a seguito di una sanzione disciplinare consistente nell’esclusione dall’attività comune per 15 giorni, decideva di contestare tale provvedimento. Dopo aver visto respinto il suo reclamo dal magistrato di sorveglianza e la successiva impugnazione rigettata dal Tribunale di Sorveglianza, l’uomo sceglieva di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, redigendo e presentando personalmente il ricorso.

La Decisione della Corte: il ricorso per Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della sanzione disciplinare, ha dichiarato il ricorso ‘manifestamente inammissibile’. La decisione non si è basata sulle ragioni dell’impugnazione, ma su un vizio procedurale insuperabile: la presentazione dell’atto da parte di un soggetto non legittimato a farlo.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una precisa modifica legislativa introdotta dalla legge n. 103 del 2017. Tale legge ha soppresso, nell’articolo 613 del codice di procedura penale, la frase ‘Salvo che la parte non vi provveda personalmente’. Questa modifica ha eliminato la possibilità per l’imputato o la parte interessata di presentare autonomamente il ricorso.

Di conseguenza, la normativa attuale stabilisce in modo inequivocabile che ‘l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione’.

La Corte ha quindi applicato questo principio in modo rigoroso. Poiché il ricorso è stato presentato dopo l’entrata in vigore della riforma (precisamente, dopo il 3 agosto 2017) e proposto direttamente dalla parte senza l’assistenza di un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, è stato considerato come proveniente da un soggetto non legittimato. Questo vizio procedurale ha comportato una dichiarazione di inammissibilità, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza del rispetto delle regole procedurali, specialmente in un ambito tecnico come il giudizio di Cassazione. La decisione evidenzia che il diritto alla difesa tecnica qualificata è un pilastro del sistema e non può essere aggirato con iniziative personali. La scelta di procedere autonomamente, oltre a precludere l’esame nel merito della propria istanza, comporta conseguenze economiche significative. Affidarsi a un difensore specializzato non è solo una scelta opportuna, ma un requisito indispensabile imposto dalla legge per poter accedere al giudizio della Suprema Corte.

È possibile per un imputato o un condannato presentare personalmente un ricorso per Cassazione?
No, la normativa vigente, a seguito della modifica introdotta dalla legge n. 103 del 2017, stabilisce che il ricorso per Cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

Cosa accade se un ricorso per Cassazione viene presentato personalmente dalla parte interessata?
Il ricorso viene dichiarato ‘manifestamente inammissibile’. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si limita a constatare il difetto procedurale, in quanto l’atto è stato proposto da un soggetto non legittimato dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile per questo motivo?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro a favore della cassa delle ammende. Nel caso di specie, tale somma è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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