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Ricorso per cassazione: inammissibile se senza avvocato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione in materia penale firmato personalmente dagli imputati. La legge richiede tassativamente la firma di un avvocato abilitato al patrocinio in sede di legittimità, quale garanzia di adeguata rappresentanza tecnica. La mancanza di tale sottoscrizione rende l’atto introduttivo geneticamente inidoneo.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Inammissibile se Firmato dall’Imputato e non dall’Avvocato

Un’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori. Se l’atto è firmato personalmente dall’imputato, esso è irrimediabilmente inammissibile, senza alcuna possibilità di esaminarne il contenuto.

La vicenda analizzata dalla Suprema Corte riguarda due imputati condannati per furto aggravato. La Corte di Appello aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, riconoscendo le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti contestate e rideterminando la pena. Non soddisfatti, gli imputati hanno deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

Il Vizio Formale che Invalida il Ricorso

Il punto cruciale della decisione non risiede nelle argomentazioni di merito sollevate dagli imputati, i quali sostenevano che le attenuanti avrebbero dovuto prevalere sulle aggravanti. Il problema, infatti, è di natura puramente procedurale e pregiudiziale: entrambi i ricorsi erano stati redatti e sottoscritti personalmente dagli imputati.

Questo dettaglio, che potrebbe sembrare di poco conto a un non addetto ai lavori, costituisce un vizio insanabile che determina la cosiddetta ‘genetica inidoneità’ dell’atto. La Corte di Cassazione, infatti, non è entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a questo rilievo preliminare e dirimente.

L’Importanza della Rappresentanza Tecnica nel ricorso per cassazione

La Corte ha richiamato la normativa di riferimento, in particolare l’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso deve essere sottoscritto da un avvocato iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La ratio di questa previsione, come spiegato dalle Sezioni Unite della Cassazione in una precedente e fondamentale sentenza (la n. 8914 del 2017), è quella di garantire un elevato livello di professionalità e competenza tecnica. Il giudizio di legittimità è caratterizzato da un elevato tecnicismo e non è volto a una nuova valutazione dei fatti, ma solo a verificare la corretta applicazione della legge. Pertanto, la sottoscrizione del difensore specializzato non è una mera formalità per attestare la ‘paternità’ dell’atto, ma l’espressione stessa della necessaria rappresentanza tecnica, senza la quale l’atto di impugnazione è nullo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Suprema Corte ha chiarito che qualsiasi espediente volto ad aggirare questa regola è destinato a fallire. Nel caso di specie, la presenza di deleghe ai difensori per il solo deposito degli atti non sana il vizio originario. La titolarità e la responsabilità del ricorso rimangono in capo a chi lo ha sottoscritto, ovvero gli imputati.

La sottoscrizione del difensore specializzato è quindi un requisito di ammissibilità che attiene alla stessa esistenza giuridica di un valido atto di impugnazione. L’obiettivo del legislatore è stato quello di scoraggiare la prassi diffusa di ricorsi redatti da avvocati non abilitati e poi formalmente sottoscritti dai loro assistiti, al fine di eludere la norma. L’ordinanza in esame si pone in linea di continuità con questo orientamento rigoroso, sottolineando che la difesa tecnica qualificata è un pilastro del giudizio di legittimità.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi i ricorsi. Tale declaratoria ha comportato non solo l’impossibilità di discutere le ragioni degli imputati, ma anche la loro condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 4.000,00 euro in favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: le regole procedurali, specialmente nel giudizio di cassazione, sono poste a garanzia della serietà e della funzionalità del sistema giudiziario e la loro violazione comporta conseguenze severe e inevitabili.

Un imputato può firmare personalmente il ricorso per cassazione in materia penale?
No. L’ordinanza conferma che, ai sensi dell’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione.

Cosa succede se il ricorso per cassazione è firmato solo dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le questioni sollevate e l’impugnazione non produce alcun effetto. L’atto è considerato privo di un requisito essenziale.

Quali sono le conseguenze economiche di una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 4.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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