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Ricorso per cassazione: inammissibile se senza avvocato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione proposto personalmente da un condannato. La decisione si basa sulla legge 103/2017, che richiede la firma di un avvocato abilitato, a pena di inammissibilità, per questo tipo di impugnazione.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso per Cassazione: Perché è Necessario un Avvocato Cassazionista

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma le sue modalità sono regolate da precise norme procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale in materia di ricorso per cassazione, introdotto dalla riforma Orlando (Legge n. 103/2017): l’imputato o il condannato non può più presentare personalmente l’impugnazione, ma deve necessariamente avvalersi di un avvocato abilitato. Vediamo nel dettaglio il caso e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso: un Ricorso Presentato Personalmente

La vicenda trae origine dalla decisione di un Giudice di Sorveglianza. Un soggetto condannato, ritenendo lesi i propri diritti, decideva di impugnare tale provvedimento presentando personalmente un ricorso per cassazione. Sia la notifica del provvedimento impugnato sia la presentazione del ricorso avvenivano in date successive al 4 agosto 2017, momento di entrata in vigore della significativa riforma del processo penale.

Questo dettaglio temporale si rivelerà decisivo per l’esito della vicenda. La Corte di Cassazione è stata chiamata a valutare, prima ancora del merito delle doglianze, la stessa ammissibilità dell’atto di impugnazione.

La Normativa di Riferimento Post-Riforma

Con la Legge 23 giugno 2017, n. 103, il legislatore ha modificato diverse norme del codice di procedura penale, tra cui l’articolo 613. La nuova formulazione prevede espressamente che gli atti di ricorso per cassazione debbano essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Corte. Questa modifica ha di fatto eliminato la facoltà, precedentemente concessa all’imputato, di proporre personalmente l’impugnazione di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione, con una procedura snella e senza udienza (de plano), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione è netta e si fonda su un’applicazione diretta della legge. Gli Ermellini hanno osservato che, essendo il ricorso stato proposto personalmente dal condannato dopo l’entrata in vigore della riforma, esso violava palesemente il disposto dell’art. 613 del codice di procedura penale.

Il Collegio ha richiamato anche un fondamentale pronunciamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che aveva già chiarito in modo inequivocabile la portata della nuova norma. Tale regola non ammette deroghe: il ricorso per cassazione deve essere redatto e firmato da un legale cassazionista per poter superare il vaglio di ammissibilità.

La conseguenza di tale declaratoria è stata duplice: il ricorso non è stato esaminato nel merito e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un atto palesemente inammissibile.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Riforma

Questa ordinanza conferma l’importanza del patrocinio qualificato nel giudizio di legittimità. La riforma del 2017 ha inteso rafforzare la funzione nomofilattica della Corte di Cassazione, assicurando che i ricorsi siano tecnicamente fondati e redatti da professionisti esperti. Per i cittadini, la lezione è chiara: per presentare un ricorso per cassazione è indispensabile rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale. Agire personalmente non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Un condannato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. Secondo la normativa in vigore dal 4 agosto 2017 (Legge n. 103/2017), il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione e l’appellante viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A partire da quale data si applica l’obbligo di firma dell’avvocato per il ricorso per cassazione?
L’obbligo si applica a tutti i ricorsi presentati contro provvedimenti la cui notifica è avvenuta dopo il 4 agosto 2017, data di entrata in vigore della Legge n. 103 del 2017.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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