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Ricorso per cassazione: inammissibile se senza avvocato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione avverso un’ordinanza che negava la sostituzione della custodia cautelare. La decisione si fonda su un vizio di forma: l’appello è stato presentato personalmente dall’imputato e non da un avvocato abilitato, come richiesto dalla normativa post-riforma del 2017.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché è Inammissibile se Firmato dall’Imputato?

Nel complesso panorama della procedura penale italiana, le regole formali non sono semplici tecnicismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio, chiarendo un punto cruciale riguardante la presentazione del ricorso per cassazione. La vicenda analizzata evidenzia come, a seguito della Riforma Orlando del 2017, la firma di un avvocato cassazionista sia un requisito imprescindibile, la cui assenza rende l’atto irrimediabilmente inammissibile.

Il Caso: Dalla Custodia Cautelare al Ricorso in Cassazione

La vicenda processuale ha origine dalla richiesta di un imputato, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, di ottenere una misura meno afflittiva. L’istanza era motivata da presunte condizioni di salute incompatibili con il regime carcerario. Tuttavia, sia la Corte di Appello che, successivamente, il Tribunale di Catanzaro respingevano le sue richieste.

Non arrendendosi, l’imputato decideva di adire la Suprema Corte, presentando personalmente un ricorso per cassazione contro l’ordinanza del Tribunale. Nel suo atto, lamentava una violazione di legge, sostenendo che i giudici di merito non avessero adeguatamente considerato il suo stato di salute.

La Decisione della Corte: Focus sul Vizio di Forma del Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle condizioni di salute dell’imputato, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non si è basata sulla fondatezza o meno delle lamentele, ma su un vizio formale preliminare e insuperabile: la modalità di presentazione dell’atto.

La Corte ha rilevato che il ricorso era stato proposto “personalmente” dall’imputato, in violazione di una norma procedurale fondamentale, modificata alcuni anni prima.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sull’applicazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 (nota come Riforma Orlando). Questa novella legislativa, applicabile a tutti i ricorsi proposti dopo la sua entrata in vigore, ha introdotto un requisito di forma stringente.

La nuova formulazione della norma stabilisce che l’atto di ricorso debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei cassazionisti. Viene così esclusa la possibilità per l’imputato di presentare personalmente il ricorso, anche se questo fosse ammesso nei gradi di giudizio precedenti.

Poiché nel caso di specie il ricorso era stato presentato dopo l’entrata in vigore della riforma e portava la firma del solo imputato, la Corte non ha potuto fare altro che constatarne l’inammissibilità per carenza di un requisito essenziale previsto dalla legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un insegnamento fondamentale: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di legittimità, la forma è sostanza. La Riforma Orlando ha voluto elevare il livello di tecnicismo del ricorso per cassazione, riservandolo a professionisti con una specifica qualificazione, al fine di garantire che alla Suprema Corte arrivino solo questioni di diritto formulate con la necessaria perizia. Per i cittadini, questa decisione sottolinea l’importanza cruciale di essere assistiti da un difensore abilitato in ogni fase del procedimento, specialmente quando si intende accedere al più alto grado di giudizio, dove un errore procedurale può precludere definitivamente l’esame nel merito del proprio caso.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta dalla legge n. 103 del 2017, l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo dei cassazionisti.

Qual era il motivo principale del ricorso presentato dall’imputato?
L’imputato lamentava la mancata considerazione delle sue condizioni di salute, che riteneva incompatibili con il regime di custodia in carcere, al fine di ottenere una sostituzione della misura cautelare.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile senza entrare nel merito della questione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per un vizio di forma: è stato proposto personalmente dall’imputato e non tramite un avvocato cassazionista, come richiesto dalla nuova formulazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, applicabile al caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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