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Ricorso per cassazione: inammissibile se senza avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente dall’imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. La Corte ha specificato che neppure l’autenticazione della firma dell’imputato da parte del difensore può sanare tale vizio, confermando la natura strettamente tecnica del ricorso e condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Inammissibile se non Firmato dall’Avvocato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale nella procedura penale: il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato, altrimenti è inammissibile. La pronuncia chiarisce che neanche l’autenticazione della firma dell’imputato da parte del legale può salvare l’atto dal vizio procedurale. Analizziamo questa importante decisione e le sue conseguenze pratiche.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Presentato Personalmente

Il caso trae origine dal ricorso presentato personalmente da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. L’atto di impugnazione, pur recando la firma dell’imputato autenticata dal suo difensore di fiducia, non era stato redatto e sottoscritto direttamente da quest’ultimo.

La questione è giunta all’attenzione della Suprema Corte, che è stata chiamata a verificare la sussistenza dei requisiti di ammissibilità del ricorso, alla luce delle modifiche normative introdotte dalla cosiddetta “Riforma Orlando” (legge n. 103/2017).

La Decisione della Corte: Il ricorso per cassazione è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile per difetto di legittimazione processuale del ricorrente. Secondo i giudici, la normativa vigente non lascia spazio a interpretazioni: l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di cassazione e munito di specifico mandato.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Corte si basa sull’interpretazione dell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma, novellata nel 2017, ha introdotto un requisito formale inderogabile per l’accesso al giudizio di legittimità. L’obiettivo del legislatore è stato quello di assicurare un filtro tecnico qualificato, riservando la redazione del ricorso a professionisti dotati di specifiche competenze.

La Corte ha sottolineato che l’autenticazione della firma del ricorrente da parte del difensore non è sufficiente a rendere ammissibile l’impugnazione. Tale atto, infatti, si limita a certificare la provenienza della firma, ma non trasforma un atto personale dell’imputato in un atto tecnico del difensore. Il ricorso rimane, nella sua sostanza, un’iniziativa personale, priva del requisito di professionalità imposto dalla legge.

I giudici hanno richiamato precedenti pronunce conformi, consolidando l’orientamento secondo cui la presentazione personale del ricorso non può essere sanata in alcun modo, determinando una declaratoria di inammissibilità “de plano”, cioè senza ulteriori formalità procedurali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza conferma la rigorosità dei requisiti di accesso al giudizio di cassazione. Per gli imputati e i loro difensori, le implicazioni sono chiare:

1. Mandato Obbligatorio: È essenziale che il ricorso per cassazione sia non solo predisposto, ma anche e soprattutto sottoscritto personalmente da un avvocato cassazionista.
2. Irrilevanza dell’Autentica: Affidarsi alla sola autenticazione della firma dell’assistito è una pratica errata e rischiosa, che conduce inevitabilmente all’inammissibilità del ricorso.
3. Conseguenze Economiche: L’inammissibilità comporta non solo la definitività della sentenza impugnata, ma anche la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, che può essere anche di importo rilevante, come nel caso di specie.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, la legge (art. 613 c.p.p. post-riforma del 2017) richiede obbligatoriamente, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

Se un avvocato autentica la firma dell’imputato sul ricorso, l’atto diventa valido?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’autenticazione della firma non sana il vizio. L’atto rimane un’iniziativa personale dell’imputato e non acquisisce la natura di atto tecnico del difensore, richiesta dalla legge.

Quali sono le conseguenze se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende. Nell’ordinanza in esame, tale somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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