LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per cassazione: inammissibile se personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato da un imputato condannato per appropriazione indebita. La Corte ha ribadito che, a seguito delle modifiche legislative, l’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale, a pena di inammissibilità, rendendo irrilevante l’autenticazione della firma dell’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Il rispetto delle norme processuali è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento giuridico, specialmente quando si accede al più alto grado di giudizio, la Corte di Cassazione. Un recente provvedimento ha riaffermato un principio cruciale: il ricorso per cassazione personale in ambito penale, ovvero quello proposto direttamente dall’imputato, è inammissibile. Questa regola, introdotta con la riforma del 2017, mira a garantire la tecnicità e la qualità degli atti sottoposti alla Suprema Corte, affidandone la redazione esclusivamente a professionisti qualificati.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di appropriazione indebita aggravata, emessa dal Tribunale di Asti. La sentenza di primo grado veniva parzialmente riformata dalla Corte d’Appello di Torino, la quale confermava il giudizio di responsabilità e la pena (un anno di reclusione e 1.000 euro di multa), ma riduceva l’importo della provvisionale dovuta alla parte civile.

Contro questa decisione, l’imputato decideva di agire personalmente, proponendo ricorso per cassazione. L’atto, pur riportando la firma dell’imputato autenticata da un legale, non era stato sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale dei cassazionisti, come richiesto dalla legge.

Il Principio di Diritto e il Ricorso per Cassazione Personale

La questione centrale affrontata dalla Suprema Corte è puramente procedurale, ma di fondamentale importanza. A seguito della Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando), gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale sono stati modificati, introducendo un requisito formale stringente per l’accesso al giudizio di legittimità.

La normativa vigente stabilisce, a pena di inammissibilità, che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione. Di conseguenza, la facoltà per l’imputato di presentare personalmente l’impugnazione è stata eliminata. La Corte ha sottolineato che questa regola si applica a qualsiasi tipo di provvedimento impugnabile in Cassazione.

L’Irrilevanza dell’Autenticazione della Firma

Nel caso di specie, l’imputato aveva fatto autenticare la propria firma da un avvocato. Tuttavia, la Corte ha chiarito che tale formalità è del tutto irrilevante per sanare il vizio. L’autenticazione, ai sensi dell’art. 39 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, ha il solo scopo di attestare la genuinità della sottoscrizione e la sua riconducibilità alla parte. Non sostituisce in alcun modo il requisito essenziale della sottoscrizione da parte di un difensore cassazionista, che è garanzia della competenza tecnica necessaria per redigere un atto così complesso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile, uniformandosi a un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, inaugurato dalle Sezioni Unite con la sentenza “Aiello” del 2017. I giudici hanno ribadito che il principio di diritto è chiaro e inderogabile: il ricorso per cassazione deve provenire da un professionista abilitato. La presentazione di un ricorso per cassazione personale costituisce una violazione di una norma procedurale che non ammette deroghe.

Alla dichiarazione di inammissibilità, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, è seguita la condanna del ricorrente. Egli è stato obbligato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver adito la Corte con un ricorso viziato da colpa.

Le Conclusioni

La decisione in esame rappresenta un importante monito sulle formalità necessarie per accedere al giudizio di legittimità. Sancisce in modo inequivocabile che l’imputato non può agire personalmente dinanzi alla Corte di Cassazione in materia penale. È indispensabile l’assistenza di un avvocato cassazionista, il quale non solo firma l’atto, ma ne cura la stesura garantendo il rispetto dei complessi requisiti tecnici richiesti. Questa regola, sebbene possa apparire rigida, è posta a tutela della funzione stessa della Corte di Cassazione come organo di nomofilachia, assicurando che le questioni sottoposte al suo esame siano formulate con la dovuta perizia giuridica.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), il ricorso per cassazione in ambito penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato può rendere valido un ricorso personale?
No, l’autenticazione è irrilevante. La Corte ha chiarito che questa procedura attesta unicamente la genuinità della firma, ma non sana il vizio fondamentale della mancata sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore cassazionista, come richiesto dalla legge.

Quali sono le conseguenze di un ricorso per cassazione dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nell’ordinanza in esame, tale somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati