Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile?
Nel complesso mondo della giustizia penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole cruciali: il ricorso per cassazione deve essere presentato da un professionista qualificato. Analizziamo insieme un caso che illustra perfettamente perché il ‘fai-da-te’ legale, a questi livelli, è una strada destinata a fallire.
Il Caso: Dalla Condanna al Ricorso Personale
La vicenda ha origine da una sentenza della Corte di Appello di Torino, che aveva confermato la responsabilità penale di un imputato per il reato di rapina aggravata, pur riformando parzialmente la pena. Non soddisfatto della decisione, l’imputato decide di tentare l’ultima via possibile: il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione.
Tuttavia, invece di affidarsi a un legale specializzato, redige e presenta l’atto di impugnazione personalmente. Nel suo ricorso, contesta aspetti specifici della sentenza, come il trattamento sanzionatorio applicato e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.
La Decisione della Corte: Il Ricorso per Cassazione è Inammissibile
La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa con una procedura accelerata, detta de plano, riservata ai casi in cui l’esito è palesemente scontato. Ma perché questa decisione così netta?
Le Motivazioni: La Legge Parla Chiaro sul Ricorso per Cassazione
La motivazione della Corte è puramente giuridico-procedurale e si fonda su un principio inderogabile. L’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, introdotto con la riforma del 2017, stabilisce chiaramente che il ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo dei cassazionisti.
Questo requisito non è un capriccio burocratico. Il giudizio di Cassazione è un giudizio di ‘legittimità’, non di ‘merito’. Ciò significa che la Corte non riesamina i fatti, ma valuta unicamente se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge. La stesura di un ricorso di questo tipo richiede una competenza tecnica e una specializzazione che solo un avvocato cassazionista possiede.
Di conseguenza, l’imputato che agisce personalmente è considerato un ‘soggetto non legittimato’, ovvero privo del potere, conferitogli dalla legge, di presentare validamente l’atto. La mancanza di questa fondamentale qualifica ha reso il ricorso nullo fin dall’origine, imponendone una declaratoria di inammissibilità.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale: il processo penale, e in particolare il suo grado più elevato, è governato da regole precise che non ammettono eccezioni. La necessità della difesa tecnica specializzata non è solo una formalità, ma una garanzia di professionalità e competenza a tutela di tutte le parti processuali. Chiunque intenda impugnare una sentenza davanti alla Corte di Cassazione deve necessariamente avvalersi di un avvocato iscritto all’albo speciale, altrimenti il suo tentativo sarà, come in questo caso, vano e destinato a un’immediata archiviazione per inammissibilità.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, la Corte ha stabilito che l’impugnazione deve essere sottoscritta, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’albo speciale dei cassazionisti.
Cosa significa che il ricorso è stato trattato “de plano”?
Significa che la Corte ha deciso il caso con una procedura semplificata e rapida, senza udienza pubblica, proprio perché l’inammissibilità era evidente, essendo il ricorso proposto da un soggetto non legittimato a farlo.
Qual è la norma di riferimento che impone la firma di un avvocato cassazionista?
La norma di riferimento è l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 24358 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 2 Num. 24358 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/06/2025
ORDINANZA
Sul ricorso proposto da
NOME alias NOME nato in Algeria il 31/12/1970
(CUI 00V1331)
avverso la sentenza resa il 10 aprile 2025 dalla Corte di appello di Torino
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
La Corte di appello di Torino, con la sentenza impugnata, ha confermato la responsabilità dell’imputato in ordine al delitto di rapina aggravata e ha parzialmente riformato il trattamento sanzionatorio a carico del predetto.
Propone ricorso per cassazione l’imputato con atto personale, deducendo violazione di legge in ordine al trattamento sanzionatorio e al diniego delle attenunati generiche .
Il ricorso deve essere trattato nelle forme de plano, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. – come modificato dalla legge n. 103 del 2017 -, trattandosi di impugnazione, proposta da soggetto non legittimato.
Ed infatti l’impugnazione dinanzi a questa Corte deve essere sottoscritta da un difensore iscritto all’albo dei cassazionisti e non può essere presentata personalmente dall’imputato, come nel caso in esame.
All’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., valutati i profili di colp
nella determinazione della causa di inammissibilità emergenti dal ricorso (Corte cost. 13
giugno 2000 n. 186), al versamento della somma, che ritiene equa, di euro 3000 a favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Roma 17 giugno 2025
Il Consigliere estensore
NOME COGNOME
Il Presidente
NOME COGNOME