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Ricorso per cassazione: inammissibile se personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione avverso una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti. La ragione dell’inammissibilità risiede nel fatto che l’imputato ha presentato il ricorso personalmente, senza l’assistenza di un avvocato abilitato. A seguito di una modifica legislativa del 2017, tale modalità di impugnazione non è più consentita, rendendo obbligatoria la firma di un difensore iscritto all’albo speciale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 4.000 euro.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: una Scelta Costosa e Inefficace

Presentare un ricorso per cassazione è una fase estremamente tecnica e delicata del processo penale, riservata alla valutazione di legittimità delle decisioni dei giudici di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo perentorio una regola fondamentale: il ‘fai da te’ non è ammesso. La sentenza in esame dichiara inammissibile il ricorso presentato personalmente dall’imputato, evidenziando le gravi conseguenze procedurali e finanziarie di tale errore. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni.

I fatti del caso

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Napoli per un reato previsto dalla normativa sugli stupefacenti (art. 73 D.P.R. 309/1990), decideva di impugnare la sentenza direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Il problema cruciale, che ha determinato l’esito del procedimento, è che l’atto di ricorso è stato redatto e proposto personalmente dall’imputato, senza l’intervento e la sottoscrizione di un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

La Decisione della Corte: il Ricorso per Cassazione è Inammissibile

La Suprema Corte, senza entrare nel merito delle doglianze del ricorrente, ha dichiarato l’immediata inammissibilità del ricorso. La decisione si fonda su un presupposto formale, considerato dirimente e non superabile: la violazione delle norme che regolano la presentazione del ricorso in Cassazione.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta ‘Riforma Orlando’), ha soppresso l’inciso «Salvo che la parte non vi provveda personalmente,». Questa modifica ha eliminato la possibilità per l’imputato di presentare autonomamente il ricorso. Oggi, la legge impone in modo tassativo, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La ratio della norma è chiara: garantire un elevato livello di tecnicismo e professionalità in un giudizio, come quello di legittimità, che verte su complesse questioni di diritto e non su una nuova valutazione dei fatti. Di conseguenza, il ricorso presentato personalmente dall’imputato è stato ritenuto privo di un requisito essenziale.

L’inammissibilità ha comportato due conseguenze economiche significative per il ricorrente:
1. Condanna alle spese processuali: Come avviene di regola in caso di soccombenza.
2. Pagamento di una somma alla Cassa delle Ammende: La Corte ha inflitto una sanzione pecuniaria di 4.000 euro. Questa sanzione, prevista dall’art. 616 c.p.p., viene applicata quando l’inammissibilità è dovuta a colpa del ricorrente, come in questo caso, dove l’errore procedurale era evidente e non scusabile.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non ammette improvvisazione. La modifica legislativa del 2017 ha reso il patrocinio di un avvocato cassazionista un requisito non solo opportuno, ma giuridicamente indispensabile. Chiunque intenda accedere al terzo grado di giudizio deve necessariamente affidarsi a un professionista qualificato, pena la declaratoria di inammissibilità del ricorso e la condanna a sanzioni economiche anche molto pesanti. La decisione serve da monito: le regole procedurali, specialmente davanti alla Suprema Corte, sono rigorose e la loro violazione preclude ogni possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito.

È possibile presentare un ricorso per cassazione personalmente senza un avvocato?
No. A seguito della riforma legislativa del 2017, la legge richiede tassativamente che il ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se l’inammissibilità è dovuta a sua colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende. Nel caso di specie, la somma è stata fissata in 4.000 euro.

Perché la riforma del 2017 è così importante per il ricorso per cassazione?
Perché ha eliminato la possibilità per la parte di presentare personalmente il ricorso, rendendo obbligatorio il ministero di un difensore specializzato. Questo garantisce che l’atto di impugnazione sia tecnicamente adeguato al complesso giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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