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Ricorso per cassazione: inammissibile se personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da un condannato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sul principio che tali ricorsi devono essere obbligatoriamente sottoscritti da un difensore abilitato, pena l’inammissibilità e la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Inammissibile se presentato personalmente dal condannato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dall’imputato o dal condannato, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue motivazioni e le conseguenze pratiche.

I fatti del caso

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna. Invece di affidarsi a un legale, il ricorrente ha deciso di redigere e depositare personalmente l’atto di impugnazione presso la Corte di Cassazione. Questa scelta procedurale si è rivelata decisiva per l’esito della vicenda.

Il ricorso per cassazione e la decisione della Corte

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, investita della questione, non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente. L’attenzione dei giudici si è infatti concentrata su un aspetto preliminare e puramente procedurale: la modalità di proposizione del ricorso.
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, ovvero senza la necessità di celebrare un’udienza, applicando una regola consolidata del nostro ordinamento processuale. La decisione ha comportato non solo il rigetto dell’impugnazione, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Le motivazioni della Suprema Corte

La motivazione della Corte è netta e si basa su precise disposizioni normative. Gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale escludono espressamente la facoltà dell’imputato, e di conseguenza del condannato, di proporre personalmente un ricorso per cassazione.

La legge stabilisce che tale atto, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questa regola, come ricordato dalla stessa Corte citando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (n. 8914/2018), garantisce la tecnicità e la specificità dell’atto di impugnazione, che può vertere unicamente su motivi di legittimità (cioè violazioni di legge) e non su una rivalutazione dei fatti.

La Suprema Corte ha sottolineato che la mancanza della sottoscrizione del difensore specializzato costituisce un vizio insanabile che porta a una declaratoria di inammissibilità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato anche al pagamento della sanzione pecuniaria, in quanto, secondo i giudici, non è più possibile escludere profili di colpa nella sua condotta processuale.

Conclusioni e implicazioni pratiche

Questa ordinanza conferma un principio cardine per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione in materia penale. La difesa tecnica da parte di un avvocato cassazionista non è una mera facoltà, ma un requisito di ammissibilità imprescindibile. Presentare un ricorso personalmente, anche se ben argomentato nel merito, si traduce inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità e in ulteriori conseguenze economiche negative per il ricorrente.

La decisione serve da monito: la complessità del giudizio di legittimità richiede una competenza tecnica specifica che solo un professionista abilitato può fornire, garantendo che l’atto di impugnazione rispetti tutti i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge.

Può un condannato presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, la legge esclude espressamente questa facoltà. Il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione non è firmato da un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le questioni sollevate nel merito e l’impugnazione viene respinta per un vizio procedurale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, nel caso specifico pari a tremila euro, in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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