Ricorso per Cassazione: Perché la Sottoscrizione Personale lo Rende Inammissibile
Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento e, proprio per la sua delicatezza, è circondato da rigide regole procedurali. Un errore formale può costare caro, come dimostra una recente ordinanza della Suprema Corte che ha ribadito un principio fondamentale: l’imputato non può presentare personalmente l’atto di ricorso. Approfondiamo questa decisione per capire le ragioni giuridiche e le conseguenze pratiche.
Il Caso: Dalla Condanna per Ricettazione al Ricorso
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Napoli nel 2019 per il reato di ricettazione di materiale informatico e oggetti preziosi. La sentenza veniva parzialmente riformata dalla Corte di Appello nel 2023. Insoddisfatto della decisione, l’imputato decideva di tentare l’ultima via possibile, proponendo un ricorso per cassazione avverso la pronuncia di secondo grado.
Tuttavia, l’atto di impugnazione presentava un vizio formale decisivo: era stato presentato e sottoscritto personalmente dall’imputato, senza l’assistenza e la firma di un difensore abilitato.
La Decisione della Suprema Corte: L’inammissibilità del Ricorso
La Corte di Cassazione, con una procedura snella (de plano), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dall’imputato, ma si è fermata a una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale. Questo esito sottolinea come, nel giudizio di legittimità, il rispetto delle forme sia un presupposto indispensabile per poter accedere alla valutazione del contenuto del ricorso.
Le Motivazioni: La Violazione dell’Art. 613 c.p.p.
Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’articolo 613 del Codice di Procedura Penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di ricorso per cassazione e i relativi motivi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
Questo requisito, noto come ius postulandi, risponde a una duplice esigenza:
1. Garanzia di tecnicità: Il giudizio di Cassazione è un giudizio di pura legittimità, dove si discutono questioni di diritto complesse. La legge presume che solo un avvocato specializzato possieda le competenze tecniche necessarie per redigere un ricorso in modo adeguato.
2. Filtro processuale: La norma serve anche a evitare che la Suprema Corte venga sommersa da ricorsi infondati o mal formulati, garantendo che solo le questioni giuridicamente rilevanti giungano al suo esame.
La presentazione personale dell’atto da parte dell’imputato ha quindi costituito una violazione insanabile di questa regola, portando inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.
Le Conclusioni: Una Lezione sulle Formalità nel Processo Penale
L’ordinanza in esame è un chiaro monito sull’importanza delle regole procedurali nel diritto penale. La sanzione dell’inammissibilità, oltre a precludere l’esame del merito, comporta per il ricorrente conseguenze economiche significative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di rito.
Questo caso ribadisce che la difesa tecnica qualificata non è un optional, ma un pilastro del giusto processo, specialmente nel grado più alto della giurisdizione. Affidarsi a un professionista abilitato è l’unica via per garantire che le proprie ragioni possano essere validamente presentate e scrutinate dalla Suprema Corte.
Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. L’art. 613 del Codice di Procedura Penale stabilisce che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione.
Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e, salvo che non vi siano ragioni di esonero, al versamento di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.
Perché è stato dichiarato inammissibile il ricorso in questo caso specifico?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato personalmente dall’imputato, in diretta violazione del requisito di forma imposto dall’art. 613 del Codice di Procedura Penale, che richiede la sottoscrizione di un difensore abilitato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 10416 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 10416 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato in Marocco il DATA_NASCITA avverso la sentenza del 26/04/2023 della CORTE d’APPELLO di NAPOLI
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOMECOGNOME procedimento trattato de plano
RITENUTO IN FATTO ED IN DIRITTO
Con l’impugnato provvedimento la Corte di appello di Napoli ha parzialmente riformato l sentenza emessa il 26 giugno 2019 dal Tribunale di Napoli che condannava l’imputato per il reato di ricettazione di materiale informatico e oggetti d’oro e d’argento proventi di furto.
Il ricorso è inammissibile in quanto presentato dall’imputato personalmente, in violazi dell’art.613 c.p.p..
L’inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE spes processuali e, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., della somma di € 3.000,00 in favore RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE Ammende non ravvisandosi ragione alcuna d’esonero.
P.Q.M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento RAGIONE_SOCIALE sp processuali e della somma di Euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE Ammende. Così deciso in Roma, il 20.12.2023