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Ricorso per Cassazione: inammissibile se personale

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per Cassazione proposto personalmente da un detenuto avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sulla riforma del 2017 (Legge n. 103), che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso per Cassazione Personale: Una Via Inammissibile

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale, spesso ignorato: la necessità dell’assistenza di un difensore qualificato per presentare un ricorso per Cassazione. Questo caso illustra chiaramente le conseguenze negative di un’impugnazione presentata personalmente da un soggetto condannato, evidenziando l’importanza delle riforme legislative volte a garantire la tecnicità di tale strumento processuale. La decisione si basa su una modifica normativa cruciale che ha cambiato le regole del gioco per chi intende adire la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un individuo, attualmente detenuto, ha presentato personalmente un ricorso per Cassazione avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Cagliari. L’atto di impugnazione è stato redatto e sottoscritto esclusivamente dal ricorrente, senza l’intervento di un avvocato, e depositato tramite l’ufficio matricola del carcere dove si trovava.

La Disciplina del Ricorso per Cassazione Dopo la Riforma

Il punto centrale della questione giuridica risiede nell’applicazione della Legge 23 giugno 2017, n. 103 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Prima di questa legge, l’imputato o il condannato avevano la facoltà di proporre personalmente l’impugnazione. Tuttavia, la riforma ha introdotto una modifica sostanziale agli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale.

La nuova normativa stabilisce che il ricorso per Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questa previsione mira a garantire un elevato livello di competenza tecnica, data la natura del giudizio di legittimità, che non riesamina i fatti ma si concentra sulla corretta applicazione delle norme di diritto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile con una procedura semplificata (de plano), senza nemmeno la necessità di un’udienza. La motivazione è netta e inequivocabile. Il Collegio ha osservato che sia il provvedimento impugnato (datato 22/10/2024) sia il ricorso (presentato il 07/05/2025) sono successivi alla data di entrata in vigore della Legge n. 103/2017 (3 agosto 2017). Di conseguenza, la nuova disciplina, che esclude la facoltà per l’imputato o il condannato di proporre personalmente il ricorso, è pienamente applicabile al caso di specie. L’assenza della firma di un difensore abilitato costituisce un vizio insanabile che conduce direttamente all’inammissibilità dell’atto. La Corte ha richiamato anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Aiello, n. 8914/2018) che aveva consolidato questo orientamento.

Le Conclusioni

La decisione sottolinea un’implicazione pratica di grande rilevanza: tentare di presentare un ricorso per Cassazione senza l’assistenza di un avvocato specializzato non solo è un’azione destinata al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche negative. La declaratoria di inammissibilità, infatti, ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza di affidarsi sempre a professionisti qualificati per navigare le complesse acque del processo penale, specialmente nel suo grado più elevato.

Un detenuto può presentare personalmente un ricorso per Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103 del 2017, il ricorso per Cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte, a pena di inammissibilità.

Qual è la conseguenza se un ricorso per Cassazione non è firmato da un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A partire da quando è diventata obbligatoria la firma dell’avvocato per il ricorso per Cassazione?
L’obbligo è entrato in vigore il 3 agosto 2017, data di efficacia della Legge 23 giugno 2017, n. 103. Tutti i ricorsi presentati dopo tale data devono rispettare questo requisito formale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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