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Ricorso per cassazione: inammissibile se non firmato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da due imputati condannati per ricettazione. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale. Gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Inammissibile se Proposto Personalmente dall’Imputato

Un’ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato, altrimenti è inammissibile. Questa decisione, che ha confermato la condanna per ricettazione a carico di due persone, offre l’occasione per chiarire i requisiti formali di questo importante strumento di impugnazione.

I Fatti del Caso

Due soggetti venivano condannati in primo e in secondo grado alla pena di due anni di reclusione e 2.000 euro di multa per il reato di ricettazione in concorso di sei dispositivi elettronici. La Corte d’Appello di Napoli, con sentenza del 29 novembre 2024, confermava integralmente la decisione del Tribunale del 8 novembre 2017.
Contro la sentenza d’appello, i due imputati decidevano di agire personalmente, presentando un ricorso per cassazione con un unico atto. Nel loro ricorso, lamentavano una motivazione insufficiente e scarna riguardo all’applicazione della pena, ritenendola ingiusta e sproporzionata rispetto ai fatti commessi, in violazione degli articoli 132 e 133 del codice penale.

La Questione del ricorso per cassazione e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Il punto focale della decisione non riguarda la presunta sproporzione della pena, ma un vizio formale insuperabile: la presentazione personale dell’atto di impugnazione.
La Corte ha applicato rigorosamente quanto previsto dall’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Gli imputati, invece, avevano agito in prima persona.

Le Motivazioni: La Necessità del Patrocinio Qualificato

Le motivazioni dell’ordinanza sono chiare e si basano su un principio consolidato. La Corte ha specificato che la natura personale dell’impugnazione non consente deroghe a questa regola. È irrilevante che la firma sia stata autenticata da un legale o che vi sia una sottoscrizione del difensore “per accettazione” del mandato. Questi atti non trasferiscono la titolarità del ricorso dall’imputato all’avvocato.
Il ricorso rimane un atto personale dell’imputato e, come tale, è viziato da un difetto di legittimazione che ne comporta l’inammissibilità. La Corte ha inoltre sottolineato che, essendo il vizio sorto dopo l’entrata in vigore della legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), il procedimento è stato trattato con rito semplificato de plano, senza udienza.
Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e, data la palese colpa nella causazione dell’inammissibilità, al versamento di una somma di 3.000 euro ciascuno in favore della cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa pronuncia serve da monito sull’importanza del rispetto delle regole procedurali, specialmente nel giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione è uno strumento tecnico che richiede una competenza specifica, garantita dalla professionalità di un avvocato cassazionista. Il “fai da te” processuale, in questo ambito, non è ammesso e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria, rendendo definitiva la sentenza impugnata. La decisione evidenzia come la forma, nel diritto processuale, sia garanzia di sostanza e di corretto svolgimento del giudizio.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto personalmente dagli imputati e non sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, come richiesto a pena di inammissibilità dall’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale.

Chi è autorizzato a firmare un ricorso per cassazione in materia penale?
Esclusivamente un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La sottoscrizione personale dell’imputato non è ammessa, neanche se autenticata da un legale.

Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro ciascuno in favore della cassa delle ammende, a causa della colpa ravvisata nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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