Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile?
Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si può contestare unicamente la corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso presentato personalmente dal condannato, sottolineando l’obbligo di avvalersi di un difensore specializzato. Analizziamo insieme questa importante decisione.
I Fatti del Caso
Un soggetto, precedentemente condannato, aveva presentato un’istanza al Tribunale di Milano per la revoca della sua sentenza, invocando il principio della abolitio criminis, ovvero la successiva abrogazione del reato per cui era stato condannato. A seguito della decisione del Tribunale su tale istanza, l’interessato ha deciso di impugnare il provvedimento direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, ha commesso un errore procedurale decisivo: ha redatto e presentato il ricorso personalmente, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un legale.
La Decisione sul Ricorso per Cassazione
La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, non è entrata nel merito della questione sollevata dal ricorrente. La sua analisi si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’atto. La Corte ha dichiarato il ricorso per cassazione immediatamente inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
La decisione della Corte si basa su un’applicazione rigorosa delle norme del codice di procedura penale. Nello specifico, la Corte ha richiamato il combinato disposto degli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale. Queste norme stabiliscono in modo inequivocabile che, per presentare un ricorso per cassazione, è obbligatorio che l’atto sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. La presentazione personale da parte dell’imputato o del condannato non è consentita in questa fase del giudizio. La Corte ha ulteriormente rafforzato la propria posizione citando una precedente e autorevole sentenza delle Sezioni Unite (n. 8914/2018), che ha consolidato questo principio. La mancanza di elementi che potessero escludere la colpa del ricorrente nella causazione dell’inammissibilità ha portato alla condanna al pagamento della sanzione pecuniaria.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito sull’importanza del rispetto delle formalità procedurali, specialmente nei gradi più alti di giudizio. La regola che impone l’assistenza di un avvocato cassazionista non è un mero formalismo, ma una garanzia di tecnicismo e competenza giuridica, essenziale per il corretto funzionamento della Corte di Cassazione. Per i cittadini, la lezione è chiara: il ‘fai da te’ legale, soprattutto in un contesto così complesso come il ricorso per cassazione, non solo è destinato a fallire, ma comporta anche conseguenze economiche negative. È indispensabile affidarsi a professionisti qualificati per tutelare efficacemente i propri diritti.
Un condannato può presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. Secondo l’ordinanza, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La presentazione personale da parte del condannato non è ammessa.
Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come nel caso di specie, di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende.
Perché è necessaria la firma di un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
La legge (artt. 571 e 613 cod. proc. pen.) impone questa regola per assicurare che gli atti presentati alla Suprema Corte posseggano un adeguato livello di competenza tecnica e giuridica, filtrando i ricorsi e garantendo che solo questioni di diritto fondate e correttamente formulate vengano esaminate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1692 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 1692 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 28/09/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MORTARA il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 04/05/2023 del TRIBUNALE di MILANO
33 ~~~1 9 eFt41
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Visti gli atti e l’ordinanza impugnata;
letti i motivi del ricorso;
Rilevato che il ricorso – proposto avverso un provvedimento reso a fronte di istanza principale di revoca di sentenza di condanna per sopravvenuta abolitio criminis, impugnabile con ricorso per cassazione ex art. 666, comma 6, cod. proc. pen. – è stato presentato personalmente dal condannato, in violazione del combinato disposto degli artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, cod. proc. pen., che impone che esso sia, in ogni caso, sottoscritto, a pena di inammissibilità difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione (Sez. U, n. 89 21/12/2017, dep. 2018, Aiello, Rv. 272010);
ritenuto che, pertanto, deve essere dichiarata la inammissibilità del rico con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione de causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favor della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento dell spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso il 28/09/2023.