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Ricorso per cassazione: inammissibile se non firmato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione poiché presentato personalmente dall’imputato e non da un difensore abilitato, come imposto dall’art. 613 c.p.p. Questa violazione di una norma inderogabile ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Inammissibile se presentato personalmente dall’imputato

Un ricorso per cassazione presentato senza l’assistenza di un legale è destinato a fallire. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione di legittimità deve essere proposta esclusivamente da un difensore abilitato. La violazione di questa regola, considerata inderogabile, comporta l’immediata dichiarazione di inammissibilità del ricorso e la condanna del proponente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. L’atto di impugnazione, tuttavia, presentava un vizio formale decisivo: era stato redatto e depositato personalmente dall’imputato stesso, senza l’intermediazione e la sottoscrizione di un avvocato cassazionista, ovvero un difensore specificamente abilitato a patrocinare dinanzi alla Suprema Corte.

La Corte, una volta ricevuto l’atto, ha immediatamente rilevato questa anomalia procedurale, che costituisce una violazione diretta di una norma cardine del processo penale di legittimità.

La decisione della Corte sul ricorso per cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Cassazione.

Di conseguenza, la Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato. La mancanza del requisito formale della difesa tecnica ha precluso ogni ulteriore valutazione. Oltre alla declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Corte sono concise ma estremamente chiare. La legge ha introdotto un filtro di professionalità per l’accesso al giudizio di legittimità. Il legislatore, con la riforma del 2017, ha voluto assicurare che i ricorsi presentati alla Suprema Corte fossero tecnicamente fondati e redatti da professionisti esperti, capaci di individuare e argomentare correttamente le sole violazioni di legge, unici motivi per cui è possibile adire la Cassazione.

La norma è definita “inderogabile”, il che significa che non ammette eccezioni. L’obbligo della difesa tecnica specializzata serve a garantire la serietà e la qualità del contenzioso dinanzi alla Corte, evitando che venga sommersa da impugnazioni infondate o mal formulate. La presentazione personale dell’atto da parte dell’imputato è, pertanto, una violazione insanabile che conduce inevitabilmente all’inammissibilità, come previsto anche dall’articolo 606, comma 3, del codice di procedura penale.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio consolidato: chi intende impugnare una sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il “fai da te” processuale in questa fase non è consentito e produce conseguenze negative, sia in termini di esito del ricorso (che non viene esaminato) sia dal punto di vista economico. La decisione sottolinea l’importanza del ruolo del difensore qualificato come garante della corretta instaurazione del giudizio di legittimità, un presidio essenziale per il buon funzionamento della giustizia.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, il ricorso è inammissibile se proposto personalmente dall’imputato. La legge richiede tassativamente che l’atto sia sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

Qual è la norma di riferimento che impone la firma dell’avvocato?
La norma è l’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017, che ha reso inderogabile l’obbligo della difesa tecnica specializzata per la proposizione del ricorso per cassazione.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
La Corte di Cassazione non esamina il merito del ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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