Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 12666 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 12666 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 27/02/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: SANDU IONUT CUI 044BW6Z nato il DATA_NASCITA PLESUVU NOME CUI CODICE_FISCALE nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/10/2023 della CORTE APPELLO di TORINO udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO
LA Corte di Appello di Torino rideterminava, ai sensi dell’art. 599 bis cod. proc. pen., la pena alla quale NOME e NOME erano stati condannati per rapina aggravata e altri reati.
1.1 Avverso la sentenza propone ricorso per cassazione il difensore di NOME, lamentando che nella sentenza impugnata non vi era alcun riferimento all’insussistenza di cause estintive del reato.
Propone ricorso personalmente NOME Ovidio NOME, lamentando la violazione dell’art. 699-bis cod. proc. pen..
CONSIDERATO IN DIRITTO
1.1 ricorsi devono essere dichiarati inammissibili.
1.1 Relativamente al ricorso proposto nell’interesse di COGNOME, si deve rilevare che a seguito della reintroduzione del cd. patteggiamento in appello, di cui al nuovo art. 599-bis cod. proc. pen., ad opera della legge n. 103 del 2017, rivive il principio – elaborato dalla giurisprudenza di legittimità nel vigore del similare istituto previsto dell’art. 599, comma 4, cod. proc. pen. e successivamente abrogato dal decreto legge n. 92 del 2008 – secondo cui il giudice d’appello, nell’accogliere la richiesta di pena concordata è tenuto motivare soltanto relativamente alla pena, a causa dell’effetto devolutivo, una volta che l’imputato abbia rinunciato ai motivi d’impugnazione (come nel caso in esame, in cui gli appellanti hanno rinunciato ai motivi di gravame e concordato la pena con il Procuratore generale), la cognizione del giudice deve limitarsi ai motivi non rinunciati, essendovi peraltro una radicale diversità tra l’istituto dell’applicazio della pena su richiesta delle parti e quello disciplinato dal citato art. 599 cod. proc pen. (tra le altre Sez. 6, n. 35108 del 08/05/2003, COGNOME, Rv.226707; Sez. 5, n. 3391 del 15/10/2009, dep. 2010, Camassa’ Rv. 245919); determinando, invero, la rinuncia ai motivi una preclusione processuale che impedisce al giudice di prendere cognizione di quanto deve ormai ritenersi non gli sia devoluto (in punto di affermazione di responsabilità ed altro, con effetti sull’intero svolgimento processuale, ivi compreso il giudizio di legittimità, analogamente a quanto avviene nella rinuncia all’impugnazione (Sez. 4, n. 53565 del 27/09/2017 – dep. 27/11/2017, Ferro, Rv. 271258).
Relativamente al ricorso proposto da NOME le Sezioni Unite di questa Corte, con sentenza n. 8914/18 del 21.12.2017, a seguito delle modifiche apportate dalla legge 23 giugno 2017, n. 10.3 agli artt. 571 e 613 cod. proc. pen.,
s.
con cui si è esclusa la facoltà dell’imputato di proporre personalmente ricors cassazione, hanno affermato il seguente principio di diritto: “Il rico cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere personalment proposto dalla parte, ma deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilit difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione”
Alla stregua del principio di diritto sopra enunciato, assume ril preliminare ed assorbente la considerazione del fatto che il ricorso è personalmente sottoscritto dall’imputato e da lui presentato in data 27 novem 2023, dunque a seguito dell’entrata in vigore, avvenuta il 3 agosto 2017, delle modifiche apportate dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017
Discende l’inammissibilità dei ricorsi in esame; ai sensi dell’art. 61 proc. pen., con il provvedimento che dichiara inammissibile i ricorsi, le parti che li hanno proposti devono essere condannate al pagamento delle spese de procedimento, nonché – ravvisandosi profili di colpa nella determinazione de causa di inammissibilità – al pagamento a favore della Cassa delle ammende dell somma di C 3.000,00 così equitativamente l’issata in ragione dei motivi dedotti
P.Q.M.,
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle s processuali e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Così deciso il 27/02/2024