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Ricorso per cassazione: i limiti dopo il concordato

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione proposto avverso una sentenza di patteggiamento in appello. La Corte chiarisce che, dopo aver accettato un concordato, l’imputato rinuncia a far valere la maggior parte dei motivi di doglianza, inclusa la mancata valutazione delle cause di proscioglimento. Il ricorso è ammesso solo per vizi specifici legati alla formazione dell’accordo.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso per Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione a seguito di una sentenza emessa in base a un ‘concordato in appello’, previsto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale. La decisione sottolinea come la scelta di questo rito alternativo comporti una significativa rinuncia alla possibilità di impugnare la sentenza, limitando le doglianze a vizi specifici dell’accordo stesso.

I fatti del caso

Un imputato, dopo aver concordato la pena in appello presso la Corte di Appello di L’Aquila, ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte. La difesa ha lamentato la violazione dell’art. 129 del codice di procedura penale, sostenendo che i giudici di merito avrebbero dovuto dichiarare l’estinzione del reato o assolvere l’imputato, e ha criticato la motivazione della sentenza di condanna. In sostanza, si contestava la decisione nel merito, nonostante fosse il risultato di un accordo tra le parti.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: la sentenza pronunciata a seguito di un concordato in appello può essere impugnata solo per motivi ben precisi, che non includono quelli sollevati dalla difesa. L’imputato, accettando il concordato, di fatto rinuncia a contestare la propria colpevolezza e la congruità della pena concordata.

Le motivazioni: i limiti del ricorso per cassazione dopo un concordato

La Suprema Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni giuridiche della sua decisione. Il ricorso per cassazione avverso una sentenza ex art. 599-bis c.p.p. è consentito solo per le seguenti ragioni:

1. Vizi della volontà: Se il consenso dell’imputato all’accordo è stato viziato (ad esempio, per errore o violenza).
2. Vizi del consenso del Pubblico Ministero: Se l’accordo del PM presenta irregolarità.
3. Contenuto difforme: Se la sentenza del giudice si discosta da quanto pattuito tra le parti.

Sono invece inammissibili le doglianze relative a:

* Motivi rinunciati: Tutti i motivi di appello a cui l’imputato ha rinunciato per accedere al concordato.
* Mancata valutazione dell’art. 129 c.p.p.: La contestazione relativa alla mancata assoluzione o al proscioglimento non può essere sollevata in Cassazione, poiché si presume che tale valutazione sia stata superata dall’accordo stesso.
* Determinazione della pena: Non si possono contestare vizi relativi alla quantificazione della pena, a meno che essa non sia illegale, ovvero al di fuori dei limiti previsti dalla legge o di tipo diverso da quello consentito.

Nel caso specifico, i motivi presentati dalla difesa rientravano pienamente tra quelli inammissibili. Contestare la motivazione della condanna e la mancata applicazione dell’art. 129 c.p.p. equivale a rimettere in discussione il merito della vicenda, un’opzione a cui l’imputato aveva implicitamente rinunciato scegliendo il concordato.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

L’ordinanza conferma che il concordato in appello è uno strumento che offre un beneficio (la rideterminazione della pena) in cambio di una rinuncia. L’imputato e il suo difensore devono essere pienamente consapevoli che, una volta raggiunto l’accordo, le vie di impugnazione si restringono drasticamente. Non è possibile ‘tornare indietro’ e contestare la decisione nel merito davanti alla Corte di Cassazione. La scelta di questo rito processuale deve quindi essere attentamente ponderata, poiché preclude quasi ogni possibilità di un successivo ricorso per cassazione sulla colpevolezza e sulla pena concordata.

È possibile presentare un ricorso per cassazione dopo aver raggiunto un accordo sulla pena in appello (concordato)?
Sì, ma solo per motivi molto specifici, quali vizi nella formazione della volontà dell’imputato, nel consenso del pubblico ministero, o nel caso in cui la sentenza del giudice sia difforme rispetto a quanto pattuito.

Si può contestare in Cassazione la mancata assoluzione (ex art. 129 c.p.p.) dopo un concordato in appello?
No, secondo l’ordinanza, la scelta del concordato implica la rinuncia a sollevare tale questione. Le doglianze relative alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento sono considerate inammissibili.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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