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Ricorso per cassazione Giudice di Pace: i motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso avverso una condanna per lesioni personali emessa dal Giudice di Pace. La decisione si fonda sul principio che il ricorso per cassazione Giudice di Pace, per reati di sua competenza, può essere proposto solo per violazione di legge e non per vizi di motivazione. L’appellante è stato condannato al pagamento delle spese e a una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Giudice di Pace: Quando è Ammissibile?

Presentare un ricorso per cassazione giudice di pace è una procedura con limiti ben definiti, che spesso generano confusione. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione (n. 4655/2024) offre un chiarimento fondamentale: per i reati di competenza del Giudice di Pace, l’appello alla Suprema Corte è consentito solo per violazione di legge, escludendo i vizi di motivazione. Analizziamo insieme questa decisione e le sue importanti implicazioni pratiche.

Il Contesto del Caso: Dalle Lesioni Personali alla Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di lesioni personali, emessa in primo grado dal Giudice di Pace e successivamente confermata dal Tribunale in funzione di giudice d’appello. Non soddisfatto della decisione, l’imputato ha deciso di tentare l’ultima via legale, proponendo ricorso alla Corte di Cassazione. Il motivo addotto, tuttavia, si è rivelato il punto debole della sua strategia: il ricorso era basato unicamente su presunti “vizi di motivazione” della sentenza d’appello.

Il Ricorso per Cassazione Giudice di Pace e i Motivi Ammessi

La Corte Suprema ha immediatamente rilevato un ostacolo insormontabile. La normativa che regola i procedimenti davanti al Giudice di Pace stabilisce regole specifiche e restrittive per l’accesso al giudizio di legittimità. In particolare, l’articolo 39-bis del D.Lgs. 274/2000, in combinato disposto con l’articolo 606, comma 2-bis, del codice di procedura penale, è inequivocabile: avverso le sentenze di appello per reati di competenza del Giudice di Pace, il ricorso in Cassazione è proponibile esclusivamente per violazione di legge.

La Differenza Cruciale: Violazione di Legge vs. Vizio di Motivazione

Per comprendere appieno la decisione, è essenziale distinguere i due concetti:
* Violazione di legge: Si verifica quando il giudice ha applicato una norma sbagliata o ha interpretato in modo errato quella corretta. È un errore di diritto puro.
* Vizio di motivazione: Riguarda il percorso logico-argomentativo seguito dal giudice. Si contesta non l’errore di diritto, ma la coerenza, la completezza o la logicità del ragionamento che ha portato alla decisione.

Nel caso in esame, il ricorrente non contestava un errore nell’applicazione delle norme, ma il modo in cui il giudice d’appello aveva ragionato nel confermare la sua colpevolezza. Questo, secondo la legge, non è un motivo valido per un ricorso per cassazione giudice di pace.

La Decisione della Suprema Corte: Un Ricorso Inammissibile

Di fronte a un ricorso fondato su un motivo non consentito dalla legge, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che dichiararlo inammissibile. La Corte ha specificato che la memoria difensiva presentata non aggiungeva elementi nuovi, limitandosi a ribadire le conclusioni già esposte. La decisione è stata quindi netta e procedurale, senza entrare nel merito della questione.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze negative per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. La condanna al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per chi adisce la Corte con ricorsi palesemente infondati o inammissibili.

Le motivazioni

La Corte ha rilevato che l’unico motivo di ricorso articolato dall’imputato denunciava vizi di motivazione della sentenza impugnata. Tuttavia, ha sottolineato come la normativa vigente, specificamente gli articoli 606, comma 2-bis, del codice di procedura penale e 39-bis del d.lgs. n. 274/2000, limiti tassativamente i motivi di ricorso per cassazione avverso le sentenze d’appello pronunciate per reati di competenza del giudice di pace alla sola violazione di legge. Poiché il motivo sollevato non rientrava in tale categoria, il ricorso è stato ritenuto privo dei presupposti di ammissibilità previsti dalla legge.

Le conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio procedurale di fondamentale importanza: chi intende impugnare in Cassazione una sentenza d’appello relativa a un reato di competenza del Giudice di Pace deve prestare la massima attenzione ai motivi che intende sollevare. L’unica strada percorribile è quella della violazione di legge. Tentare di contestare la logicità o la coerenza della motivazione del giudice inferiore si traduce inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era basato su ‘vizi di motivazione’, mentre la legge consente di ricorrere in Cassazione contro le sentenze d’appello del Giudice di Pace solo per ‘violazione di legge’.

Qual è la differenza tra ‘violazione di legge’ e ‘vizio di motivazione’?
La ‘violazione di legge’ è un errore nell’applicazione o interpretazione di una norma giuridica. Il ‘vizio di motivazione’ è un difetto nel ragionamento logico del giudice. Per i reati di competenza del Giudice di Pace, solo il primo tipo di errore può essere contestato in Cassazione.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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