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Ricorso per cassazione generico e prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso proposto contro una sentenza di concordato in appello. L’imputato lamentava la mancata declaratoria di prescrizione del reato, ma il motivo è stato ritenuto un ricorso per cassazione generico. La Corte ha chiarito che, sebbene la prescrizione maturata prima della sentenza sia rilevabile, il motivo deve essere specifico. Nel caso di specie, la prescrizione non era ancora maturata al momento della decisione d’appello.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione generico: inammissibile se non si specifica il tempo della prescrizione

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità del ricorso in Cassazione, specialmente quando si contesta la mancata declaratoria di prescrizione a seguito di una sentenza di concordato in appello. La Corte Suprema ha ribadito un principio fondamentale: la specificità dei motivi è un requisito imprescindibile, e un ricorso per cassazione generico è destinato a essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di appello che, accogliendo una proposta di concordato (o ‘patteggiamento in appello’), aveva ridotto la pena inflitta in primo grado a un imputato. Successivamente, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, affidandolo a un unico motivo: la violazione di legge per mancata declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, il giudice d’appello avrebbe dovuto rilevare d’ufficio l’intervenuta prescrizione prima di ratificare l’accordo sulla pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Pur riconoscendo il principio, stabilito dalle Sezioni Unite, secondo cui la rinuncia ai motivi di appello nel concordato non implica una rinuncia a far valere la prescrizione (se maturata prima della sentenza di appello), i giudici hanno sottolineato come il motivo presentato fosse del tutto generico. La difesa, infatti, non aveva indicato in alcun modo quando i reati si sarebbero prescritti, omettendo di fornire gli elementi necessari per valutare la fondatezza della doglianza.

Le Motivazioni: l’inammissibilità del ricorso per cassazione generico

La Corte ha fondato la sua decisione sull’assoluta genericità del motivo di ricorso. Il difensore si era limitato a lamentare la mancata applicazione dell’art. 129 c.p.p., senza però argomentare concretamente sul calcolo dei termini di prescrizione. Questo onere di specificità è cruciale, specialmente in un caso come quello di specie in cui all’imputato era stata contestata la recidiva reiterata specifica, circostanza che incide notevolmente sull’estensione dei tempi necessari a prescrivere.

Per fugare ogni dubbio, la stessa Corte ha proceduto a calcolare i termini. È emerso che, per entrambi i reati contestati e commessi nella stessa data, la prescrizione sarebbe maturata in un momento successivo alla data della sentenza di appello (11/06/2024). In particolare, un reato si sarebbe prescritto il 19/06/2024 e l’altro addirittura nel 2035. Di conseguenza, al momento della decisione di secondo grado, non esisteva alcuna causa di non punibilità da dichiarare, rendendo l’impugnazione non solo generica ma anche manifestamente infondata.

Conclusioni: l’importanza della specificità nei motivi di ricorso

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del processo penale: chi impugna un provvedimento ha l’onere di articolare motivi specifici, chiari e pertinenti. Un ricorso per cassazione generico, che si limita a enunciare una presunta violazione di legge senza supportarla con argomentazioni dettagliate e riferimenti concreti al caso, non supera il vaglio di ammissibilità. La decisione sottolinea che, sebbene il giudice abbia l’obbligo di rilevare d’ufficio cause di non punibilità come la prescrizione, la parte che intende far valere tale omissione in sede di legittimità deve farlo in modo puntuale. L’esito del ricorso, con la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, serve da monito sulla necessità di un approccio rigoroso e diligente nella redazione degli atti processuali.

È possibile ricorrere in Cassazione per prescrizione dopo un concordato in appello?
Sì, è possibile proporre ricorso per cassazione deducendo l’omessa dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione, a condizione che questa sia maturata anteriormente alla pronuncia della sentenza di appello che ha recepito il concordato.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo era assolutamente generico. La difesa non ha specificato quando i reati si sarebbero prescritti, omettendo di fornire alla Corte gli elementi necessari per valutare la fondatezza della censura.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, in caso di colpa, al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, in questo caso fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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