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Ricorso per Cassazione: firma dell’imputato è nulla

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per Cassazione presentato e sottoscritto personalmente dall’imputato. Secondo la Corte, la riforma dell’art. 613 c.p.p. impone, a pena di inammissibilità, la firma di un avvocato cassazionista. L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale non sana il vizio, comportando la condanna del ricorrente alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: La Firma dell’Imputato lo Rende Inammissibile

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si può contestare unicamente la corretta applicazione della legge. Proprio per la sua importanza, la procedura è regolata da norme stringenti che non ammettono deroghe. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale, reso ancora più rigido dalla recente riforma: l’atto di ricorso deve essere firmato esclusivamente da un difensore abilitato, pena l’immediata inammissibilità.

I Fatti di Causa

Il caso analizzato trae origine dalla decisione di un imputato di impugnare personalmente una sentenza emessa dalla Corte di Appello di Torino. L’imputato redigeva e sottoscriveva l’atto di ricorso, facendo poi autenticare la propria firma da un difensore. Convinto della validità della procedura, presentava l’atto alla Corte di Cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza di condanna a suo carico.

Il Ricorso per Cassazione e i Requisiti di Ammissibilità

La questione centrale su cui la Corte è stata chiamata a pronunciarsi riguarda i requisiti formali per la presentazione del ricorso per Cassazione. In particolare, il focus è sulla titolarità della sottoscrizione dell’atto.

Con le modifiche introdotte dalla Legge 23 giugno 2017, n. 103 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), l’articolo 613 del codice di procedura penale ha assunto una nuova formulazione. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che, a pena di inammissibilità, l’atto di ricorso deve essere sottoscritto da difensori iscritti nell’albo speciale della Cassazione. Si tratta di un requisito di natura personale e funzionale, che attribuisce il potere di impugnazione esclusivamente a una figura professionale qualificata.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile con motivazioni nette e perentorie. I giudici hanno chiarito che, alla luce della normativa vigente, la sottoscrizione personale dell’imputato rende l’atto nullo, anche se la firma è stata autenticata da un avvocato cassazionista.

L’autenticazione, infatti, certifica solo l’identità di chi firma, ma non trasferisce la titolarità dell’atto stesso né sana il vizio procedurale. Il potere di redigere e firmare il ricorso per Cassazione è un’attribuzione esclusiva del difensore specializzato. La Corte ha sottolineato che questa scelta legislativa mira a garantire un’elevata qualità tecnica delle impugnazioni presentate, filtrando l’accesso al giudizio di legittimità solo ai ricorsi che presentano censure giuridicamente fondate.

L’ordinanza ha inoltre specificato che sono irrilevanti anche eventuali sottoscrizioni del difensore apposte “per accettazione” del mandato o per la delega al deposito, poiché tali atti non equivalgono alla sottoscrizione del ricorso, che rimane l’atto fondamentale per manifestare la volontà impugnatoria in modo processualmente valido.

Le Conclusioni

La decisione in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, confermando che i requisiti formali nel processo penale sono inderogabili. La conseguenza diretta per il ricorrente è stata non solo la reiezione del suo ricorso senza un esame nel merito, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione è stata giustificata dalla Corte ravvisando una colpa nel determinare la causa di inammissibilità.

In pratica, chi intende presentare un ricorso per Cassazione deve necessariamente affidarsi a un avvocato iscritto all’albo speciale, il quale dovrà redigere e sottoscrivere personalmente l’atto. Qualsiasi iniziativa personale dell’imputato in tal senso è destinata a fallire, con conseguenze economiche negative.

Può l’imputato firmare personalmente il ricorso per Cassazione?
No, l’art. 613 del codice di procedura penale, a seguito delle modifiche legislative, stabilisce che l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Cassazione.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato sana il vizio di inammissibilità?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che l’autenticazione della firma è irrilevante. Essa certifica l’identità del firmatario ma non attribuisce al difensore la titolarità dell’atto di impugnazione, che resta un potere esclusivo del legale specializzato.

Quali sono le conseguenze della presentazione di un ricorso inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, in caso di colpa, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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