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Ricorso per Cassazione: avvocato sempre obbligatorio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato personalmente da un condannato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sulla modifica all’art. 613 c.p.p. introdotta dalla Legge n. 103/2017, che rende obbligatoria, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione del ricorso per Cassazione da parte di un difensore iscritto all’apposito albo. L’appellante è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché non si può fare da soli

Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo baluardo della giustizia, un grado di giudizio fondamentale che però ha regole di accesso molto rigide. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ribadisce un principio cruciale, consolidato dopo la riforma del 2017: l’appello alla Cassazione non può essere presentato personalmente dalla parte, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato. Analizziamo insieme questo caso per capire le ragioni di tale requisito e le conseguenze della sua violazione.

I Fatti del Caso

Un uomo, condannato a una pena detentiva di oltre otto anni, si è visto respingere dal Tribunale di Sorveglianza la richiesta di accedere a misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova al servizio sociale o la detenzione domiciliare. Non condividendo la decisione, l’uomo ha deciso di impugnarla, presentando personalmente un ricorso per Cassazione.

La Normativa sul ricorso per Cassazione: La Svolta del 2017

Il fulcro della questione risiede in una modifica legislativa introdotta dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando). Prima di tale data, l’articolo 613 del codice di procedura penale prevedeva un’eccezione che consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso.

La riforma ha eliminato questa possibilità, sopprimendo l’inciso “salvo che la parte non vi provveda personalmente”. Di conseguenza, la normativa attuale impone, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa modifica mira a garantire un elevato livello di tecnicismo giuridico, data la natura del giudizio di legittimità, che non riesamina i fatti ma valuta esclusivamente la corretta applicazione delle norme di diritto.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neanche entrare nel merito delle questioni sollevate. La motivazione è netta e si basa su un presupposto puramente procedurale: il ricorso è stato presentato personalmente dall’interessato in una data successiva all’entrata in vigore della riforma del 2017.

I giudici hanno richiamato il consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914/2018), le quali hanno confermato che la sottoscrizione da parte di un difensore cassazionista è un requisito di ammissibilità inderogabile. La presentazione personale del ricorso costituisce un vizio insanabile che ne comporta l’immediata dichiarazione di inammissibilità, senza alcuna possibilità di regolarizzazione. La procedura, in questi casi, è snella: l’inammissibilità viene dichiarata de plano, ovvero senza udienza formale, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, c.p.p.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione riafferma un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione richiede una competenza tecnica specifica che solo un avvocato cassazionista può garantire. Chiunque intenda presentare un ricorso per Cassazione deve necessariamente rivolgersi a un legale abilitato. Agire diversamente porta a conseguenze inevitabili e severe: l’inammissibilità del ricorso, che preclude qualsiasi esame delle proprie ragioni, e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: nel processo penale, e in particolare nei gradi più alti di giudizio, il ‘fai da te’ non è un’opzione percorribile.

È possibile presentare personalmente un ricorso per Cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 103/2017, che ha modificato l’art. 613 c.p.p., il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione, pena l’inammissibilità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso presentato senza l’assistenza di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

Cosa ha cambiato la Legge 23 giugno 2017, n. 103 in merito al ricorso per Cassazione?
Ha eliminato la possibilità per la parte di presentare personalmente il ricorso, rendendo obbligatoria la sottoscrizione da parte di un difensore specializzato. Questa modifica ha lo scopo di assicurare che i ricorsi presentati alla Suprema Corte posseggano il necessario rigore tecnico-giuridico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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