Ricorso per Cassazione: Perché è Obbligatorio l’Avvocato Cassazionista
Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il Ricorso per Cassazione deve essere obbligatoriamente presentato da un avvocato abilitato. L’ordinanza in esame sottolinea le conseguenze negative del ‘fai da te’ giudiziario, dichiarando inammissibile un ricorso presentato personalmente dai condannati e condannandoli al pagamento di spese e di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso per capire le ragioni di una regola così stringente.
I fatti del caso: un ricorso presentato senza difensore
Due soggetti, condannati in via definitiva, avevano ricevuto un ordine di demolizione derivante da una sentenza del 2006. Per opporsi, avevano intrapreso un percorso giudiziario che li aveva portati fino alla Corte di Cassazione. Quest’ultima, con una prima sentenza, aveva dichiarato inammissibili i loro ricorsi.
Non dandosi per vinti, i due hanno deciso di presentare un ulteriore ricorso straordinario contro questa decisione, questa volta firmandolo personalmente, senza l’assistenza di un legale. Ed è proprio questo dettaglio formale che ha segnato l’esito del procedimento.
La decisione della Corte sul Ricorso per Cassazione
La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi nuovamente e definitivamente inammissibili, senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si basa su un’applicazione diretta e rigorosa della normativa introdotta con la Legge n. 103 del 2017, la cosiddetta ‘Riforma Orlando’.
L’impatto della Legge n. 103/2017
Questa legge ha modificato in modo significativo le regole per accedere al giudizio di legittimità. In particolare, ha stabilito che l’imputato (o il condannato) non può più presentare personalmente il ricorso per cassazione. Tale facoltà è riservata esclusivamente ai difensori iscritti nell’albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori. La mancanza della firma del legale specializzato rende l’atto inammissibile ‘de plano’, cioè senza necessità di un’udienza di discussione.
Le motivazioni della decisione
Le motivazioni della Corte sono nette e si fondano su un unico, invalicabile, presupposto formale. I giudici hanno evidenziato che sia il provvedimento impugnato sia i ricorsi presentati erano successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della riforma. Pertanto, la nuova disciplina era pienamente applicabile al caso di specie.
La Corte ha richiamato l’orientamento consolidato, espresso anche dalle Sezioni Unite, secondo cui l’obbligo di sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista è un requisito di ammissibilità inderogabile. La sua violazione comporta una sanzione processuale automatica.
Inoltre, non ravvisando alcuna ‘assenza di colpa’ da parte dei ricorrenti nella determinazione della causa di inammissibilità, la Corte li ha condannati, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro ciascuno in favore della cassa delle ammende.
Le conclusioni: implicazioni pratiche
Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione in materia penale. L’assistenza di un difensore specializzato non è una scelta, ma un obbligo di legge. Tentare di agire personalmente non solo è inutile, ma può anche risultare costoso. La decisione conferma che il legislatore ha voluto elevare il livello di tecnicismo richiesto per il giudizio di legittimità, affidando la tutela dei diritti esclusivamente a professionisti qualificati, al fine di garantire la serietà e la fondatezza dei motivi portati all’attenzione della Suprema Corte.
È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della Legge n. 103 del 2017, qualsiasi ricorso per cassazione in ambito penale, anche quello straordinario, deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione, pena la sua inammissibilità.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per mancanza della firma dell’avvocato?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile per un vizio formale, come la mancanza della firma del difensore abilitato, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di 4.000 euro.
La regola dell’assistenza obbligatoria di un avvocato cassazionista vale per tutti i ricorsi?
Sì, l’ordinanza chiarisce che il principio si applica a tutti i ricorsi presentati dopo l’entrata in vigore della riforma (3 agosto 2017), senza eccezioni. Questo include sia i ricorsi ordinari che quelli straordinari, come il ricorso per errore di fatto disciplinato dall’art. 625 bis del codice di procedura penale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 5370 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 5370 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 08/01/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
NASCE’ NOME nato a CASTRON UOVO DI SICILIA il 06/06/1951
NOME nato a CASTRONUOVO DI SICILIA il 10/08/1945
avverso la sentenza del 11/06/2024 della CORTE DI CASSAZIONE di ROMA
dato avvisg.atté parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
NOME COGNOME e NOME COGNOME hanno proposto personalmente ricorso straordinario ex art. 625 bis avverso la sentenza n. 28532 emessa dalla Sez. 3 di questa Corte in data 11 giugno 2024, con cui sono stati dichiarati in missibili i ricorsi proposti avverso l’ordinanza del 14/02/2024 del Tribunale di mini Imerese relativa all’inammissibilità della richiesta avanzata dai due odi ricorrenti volta ad ottenere la revoca dell’ordine di demolizione di cui alla sen emessa dallo stesso Ufficio il 22/05/2006.
Sia il provvedimento impugnato sia i ricorsi sono però successivi al 3 agost 2017, data dell’entrata in vigore della legge n. 103 del 2017, con cui si è es la facoltà dell’imputato (e quindi anche del condannato) di proporre personalment ricorso per cassazione, prevedendosi che esso deve essere in ogni caso sott scritto, a pena d’inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale del di cassazione (artt. 571, comma 1, e 613, comma 1, cod. proc. pen.; Sez. U, 8914 del 21/12/2017 – dep. 23/02/2018, COGNOME, Rv. 272010).
I ricorsi devono pertanto essere dichiarati inammissibili, de plano, a norma dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen., introdotto dalla medesima legge 103 del 2017.
Essendo i ricorsi inammissibili e, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen, n ravvisandosi assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibili (Corte Cost. sent. n. 186 del 13.6.2000), alla condanna dei ricorrenti al pagame delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura indicata in dispositivo.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento del spese processuali e della somma di euro quattromila ciascuno in favore della cass delle ammende.