Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile?
Presentare un ricorso per cassazione avvocato specializzato non è una scelta, ma un requisito fondamentale imposto dalla legge. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione, la n. 12057/2024, lo ribadisce con chiarezza, dichiarando inammissibile un ricorso presentato personalmente da un condannato e condannandolo a pesanti sanzioni. Analizziamo insieme questa decisione per capire le ragioni dietro una regola così stringente e le conseguenze per chi non la rispetta.
I Fatti del Caso: Un Ricorso Presentato Personalmente
La vicenda ha origine dal ricorso di un soggetto condannato avverso un decreto emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Sassari. Invece di affidarsi a un legale abilitato al patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori, il ricorrente ha deciso di redigere e sottoscrivere personalmente l’atto di impugnazione, presentandolo alla Suprema Corte.
La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione non ha avuto dubbi. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile de plano, ovvero senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate. La Corte ha applicato in modo rigoroso una norma procedurale che non lascia spazio a interpretazioni.
Le Motivazioni: L’Obbligo del Patrocinio Legale e il Ruolo del ricorso per cassazione avvocato
La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale penale, rafforzato dalla cosiddetta “Riforma Orlando” (Legge n. 103 del 2017). Questa legge ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo che il ricorso presentato dall’imputato o dal condannato deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
La ratio di questa norma è chiara: il giudizio di cassazione non è un terzo grado di merito dove si riesaminano i fatti, ma un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici dei gradi precedenti. Si tratta di un’attività altamente tecnica, che richiede una competenza giuridica specifica. Imporre la firma di un avvocato cassazionista garantisce che i ricorsi presentati alla Suprema Corte siano tecnicamente fondati e pertinenti, evitando di congestionare la Corte con impugnazioni pretestuose o mal formulate.
La Corte ha specificato che, essendo sia il provvedimento impugnato sia il ricorso successivi all’entrata in vigore della legge (3 agosto 2017), la norma era pienamente applicabile al caso di specie.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Sanzioni
Le implicazioni di questa decisione sono nette. Chi presenta un ricorso in Cassazione senza l’assistenza di un legale specializzato non solo si vede respingere l’atto in via preliminare, perdendo la possibilità di far valere le proprie ragioni, ma subisce anche conseguenze economiche significative.
In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte può imporre il pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la sanzione è stata quantificata in tremila euro, una cifra ritenuta congrua dai giudici. La Corte ha sottolineato che non sussistevano elementi per escludere la colpa del ricorrente nella presentazione di un’impugnazione palesemente inammissibile, richiamando un principio consolidato dalla Corte Costituzionale (sent. n. 186/2000). Questa pronuncia serve da monito: le regole procedurali, specialmente quelle che disciplinano l’accesso alla più alta giurisdizione, devono essere rispettate scrupolosamente.
È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, la legge (n. 103/2017) e il codice di procedura penale (art. 613) stabiliscono che il ricorso dell’imputato o del condannato deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.
Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile “de plano”, cioè senza che la Corte proceda a un esame del merito della questione. L’atto viene rigettato per un puro vizio di forma.
Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende, a meno che non si possa dimostrare l’assenza di colpa nella presentazione del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12057 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12057 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 07/03/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a SIMAXIS il DATA_NASCITA
avverso il decreto del 03/10/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di SASSARI
–
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Visti gli atti.
Esaminati il ricorso ed il provvedimento impugNOME.
Premesso che il ricorso è stato proposto personalmente da NOME COGNOME avverso il decreto del Presidente del Tribunale di sorveglianza di Sassari del 3 ottobre 2023 e che sia il provvedimento che il ricorso sono successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge n. 103 del 2017, che ha previsto che il ricorso dell’imputato (e quindi anche del condanNOME) deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte d cassazione (art. 613, comma 1, cod. proc. peri.);
Rilevato che il ricorso deve essere, pertanto, dichiarato inammissibile, de plano, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. e che il ricorrente deve essere condanNOME, in forza del disposto dell’art. 616 cod. proc. pen., al pagamento delle spese processuali e della somma, ritenuta congrua, di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, non esulando profili di colpa nella presentazione del ricorso (Corte Cost. n. 186 del 2000);
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 7 marzo 2024.