Ricorso per Cassazione Avvocato: La Firma che Fa la Differenza
Nel complesso mondo della giustizia penale, le regole procedurali non sono semplici formalità, ma pilastri che garantiscono il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: la necessità di un ricorso per cassazione avvocato specializzato per adire la Suprema Corte. Un errore su questo punto, come dimostra il caso in esame, può avere conseguenze definitive e costose, portando a una declaratoria di inammissibilità immediata.
I Fatti del Caso: Un Appello Personale contro una Condanna per Rapina
La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di rapina aggravata, confermata dalla Corte d’Appello di Roma. Non rassegnato alla decisione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso alla Corte di Cassazione. L’errore fatale, tuttavia, è stato di natura procedurale: l’uomo ha redatto e presentato il ricorso personalmente, senza avvalersi della sottoscrizione di un legale abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.
La Decisione della Corte: Ricorso per Cassazione Avvocato è Obbligatorio
La Corte di Cassazione, con una procedura snella e basata sugli atti (de plano), ha tagliato corto ogni discussione sul merito della questione. L’ordinanza è perentoria: il ricorso è inammissibile. La Corte non è entrata nel vivo delle censure mosse alla sentenza d’appello, ma si è fermata al primo, insormontabile ostacolo: il difetto di legittimazione del proponente. La decisione sottolinea come la violazione di questa norma procedurale impedisca al giudice di esaminare il caso, indipendentemente dalla fondatezza delle ragioni dell’imputato.
Le Motivazioni Giuridiche Dietro l’Inammissibilità
La motivazione della Suprema Corte è netta e si fonda sull’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando). Questa norma ha introdotto una regola inderogabile: il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Viene così sancito un vero e proprio ‘monopolio’ della difesa tecnica specializzata per questo grado di giudizio, eliminando la possibilità per la parte privata di agire personalmente.
La Corte ha inoltre applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina le conseguenze dell’inammissibilità. Il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Tale sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare ricorsi avventati o privi dei requisiti minimi di legge, come in questo caso.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche per chi Vuole Ricorrere in Cassazione
La lezione che si trae da questa ordinanza è chiara e inequivocabile. Chiunque intenda contestare una sentenza penale dinanzi alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente rivolgersi a un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il ‘fai da te’ legale, in questa fase del processo, non è ammesso e conduce direttamente all’inammissibilità del ricorso, con l’ulteriore aggravio di una condanna economica. Questa pronuncia ribadisce l’importanza della specializzazione e del rispetto rigoroso delle norme procedurali, che rappresentano una garanzia per l’intero sistema giudiziario.
È possibile presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No. A seguito della modifica dell’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.
Perché la Corte ha condannato il ricorrente a pagare tremila euro?
La somma è stata determinata in base ai profili di inammissibilità riscontrati. La legge prevede che, in caso di inammissibilità, il ricorrente sia condannato a pagare una sanzione pecuniaria, il cui importo viene stabilito dal giudice tenendo conto della gravità della violazione procedurale.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 30573 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 30573 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/05/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME, nato a ROMA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 19/12/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
visti gli atti e letto il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
Ricorso trattato de plano
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
NOME NOME ricorre personalmente avverso la sentenza, emessa il 22/12/2023 (dep. 03/01/2024), ai sensi dell’art. 599-bis cod. proc. pen., dalla Corte di appello di Roma, che ha rideterminato la pena inflitta al ricorrente in ordine al reato di rapina aggravata.
Il ricorso è inammissibile, poiché proposto dall’imputato personalmente.
A seguito della modifica apportata all’art. 613 cod. proc. pen. dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, il ricorso per cassazione non può essere proposto dalla parte personalmente ma dev’essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione.
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa per le ammende, così determinata in ragione dei profili di inammissibilità rilevati (Corte cost., 13 giugno 2000 n. 186).
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, il 14/05/2024