Ricorso per Cassazione Penale: Cosa ci Insegna un’Ordinanza
Nel complesso mondo della giustizia penale, ogni documento ha un suo peso specifico. Anche un provvedimento apparentemente sintetico, come un’ordinanza, può offrire spunti preziosi per comprendere le dinamiche processuali. Analizzeremo oggi un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione a seguito di un ricorso per cassazione, per capire meglio il suo ruolo e le fasi del giudizio di legittimità.
Il Contesto del Provvedimento Giudiziario
Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza emessa da una Corte d’Appello. Quando un imputato ritiene che la sentenza di secondo grado sia viziata da errori di diritto, può presentare un’impugnazione alla Corte di Cassazione. Questo atto dà inizio al cosiddetto ‘giudizio di legittimità’, un controllo che non verte sui fatti, ma sulla corretta applicazione delle norme giuridiche.
L’ordinanza in questione rappresenta un momento specifico di questo percorso: la fase decisionale. Il documento attesta che è stata fissata un’udienza, che le parti sono state avvisate e che il collegio giudicante ha ascoltato la relazione del Consigliere incaricato dello studio del caso. Si tratta di passaggi formali ma essenziali che garantiscono il corretto svolgimento del processo.
Il significato del ricorso per cassazione nell’ordinanza
Un’ordinanza è un atto con cui il giudice regola lo svolgimento del processo. A differenza della sentenza, che definisce il merito della causa, l’ordinanza risolve questioni procedurali o interlocutorie. In questo caso, il documento formalizza la conclusione dell’udienza e l’avvenuta deliberazione da parte della Suprema Corte.
La struttura del documento è essenziale: indica la sezione della Corte, il Presidente del collegio, il Relatore e la data dell’udienza. Viene poi identificato il ricorrente (in forma anonima) e il provvedimento impugnato. La parte conclusiva, estremamente breve, si limita a comunicare che la decisione è stata presa in una determinata data, senza esplicitarne il contenuto né le ragioni.
La Funzione del Relatore
Una figura chiave menzionata nell’ordinanza è quella del ‘Relatore’. Questo magistrato ha il compito fondamentale di studiare approfonditamente gli atti del processo, analizzare i motivi del ricorso e preparare una relazione dettagliata da esporre in udienza al resto del collegio giudicante. La sua analisi è cruciale per orientare la discussione e la decisione finale.
Le Motivazioni
Il documento analizzato è un ‘dispositivo’, ovvero la parte del provvedimento che contiene unicamente la decisione finale, priva delle argomentazioni giuridiche che la sostengono. È prassi comune che le motivazioni vengano redatte e depositate in un momento successivo, entro i termini stabiliti dalla legge. Le motivazioni spiegheranno nel dettaglio il ragionamento logico-giuridico seguito dalla Corte per giungere a quella specifica conclusione. Potranno, ad esempio, dichiarare il ricorso inammissibile per vizi formali, rigettarlo perché infondato, oppure accoglierlo, annullando la sentenza impugnata con o senza rinvio a un altro giudice.
Conclusioni
In conclusione, sebbene l’ordinanza esaminata non entri nel merito della vicenda processuale, essa costituisce una testimonianza chiara e diretta del funzionamento del giudizio di legittimità. Ci mostra come, a seguito di un ricorso per cassazione, la Suprema Corte attivi un procedimento strutturato che culmina in una decisione ponderata. L’analisi di tali atti permette di apprezzare il rigore formale e la complessità del sistema giudiziario, sottolineando l’importanza di ogni singolo passaggio per la tutela dei diritti.
Qual è lo scopo di un’ordinanza della Corte di Cassazione come quella in esame?
L’ordinanza attesta che si è tenuta un’udienza per un ricorso, che il caso è stato esposto dal giudice relatore e che il collegio ha preso una decisione. Formalizza quindi una fase procedurale cruciale del giudizio di cassazione.
Chi è il ‘Relatore’ menzionato nel documento?
Il Relatore è il giudice, membro del collegio giudicante, che ha il compito di studiare in modo approfondito il caso, analizzare i motivi del ricorso e presentare una relazione orale agli altri giudici durante l’udienza per facilitare la decisione finale.
Cosa significa presentare un ricorso per cassazione?
Significa impugnare una sentenza di un giudice di grado inferiore (in questo caso, della Corte d’Appello) davanti alla Corte di Cassazione. La Corte non riesamina i fatti, ma valuta se nel precedente giudizio siano state applicate correttamente le leggi e le norme procedurali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 28035 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 28035 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 26/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOMECODICE_FISCALE nato a PALERMO il 16/11/1992
avverso la sentenza del 20/09/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché i motivi prospettati non sono consentiti da legge in sede di legittimità in quanto meramente riproduttivi di profili di censura
adeguatamente vagliati e disattesi dai giudici del merito con argomenti giuridicamente corrett puntuali rispetto al portato delle doglianze difensive, coerenti con riguardo alle emergen
acquisite oltre che immuni da manifeste incongruenze logiche in relazione ai profili responsabilità per l’evasione contestata (si vedano le considerazioni spese dall’ultimo capoverso
di pagina 2 della decisione gravata da ricorso) e alla conferma della recidiva ritenuta dal pri giudice, il tutto con argomentare che porta la sentenza impugnata al riparo da critic
prospettabili in questa sede;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 c proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 26 maggio 2025.