Ricorso per Cassazione: Analisi Strutturale di un’Ordinanza
L’ordinanza in esame ci offre lo spunto per analizzare la fase finale e cruciale del processo penale: il Ricorso per Cassazione. Questo strumento permette di impugnare le sentenze dei giudici di merito, come la Corte d’Appello, davanti alla Suprema Corte, che non valuta nuovamente i fatti, ma la corretta applicazione delle norme di diritto. Vediamo come si struttura un atto di questo tipo e quali sono i suoi elementi fondamentali.
I Fatti Processuali alla base del Ricorso
Il caso trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 18 dicembre 2023. Avverso tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso, portando la questione all’attenzione della Corte di Cassazione. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale, la quale, in data 21 marzo 2025, ha tenuto l’udienza per la discussione del caso. Questo percorso evidenzia il sistema di impugnazioni previsto dal nostro ordinamento, che garantisce un triplice grado di giudizio, culminante nel controllo di legittimità della Cassazione.
L’Ordinanza e il ruolo della Corte nel Ricorso per Cassazione
Il documento analizzato è un’ordinanza, un provvedimento con cui il giudice decide su questioni che non definiscono l’intero giudizio. In Cassazione, le ordinanze sono spesso utilizzate per decidere su questioni procedurali o per dichiarare l’inammissibilità del ricorso stesso. La composizione del collegio giudicante, con un Presidente e un Relatore, è tipica delle udienze collegiali. Il Presidente dirige l’udienza, mentre il Relatore, in questo caso il Consigliere Benedetto Paternò Raddusa, ha il compito di esporre al collegio i fatti di causa, i motivi del ricorso e le questioni di diritto da risolvere.
La Funzione della Sezione Settima Penale
La Settima Sezione della Corte di Cassazione ha una funzione particolare, spesso definita ‘filtro’. È incaricata di esaminare i ricorsi per valutarne la palese inammissibilità. Se il ricorso supera questo vaglio preliminare, viene assegnato alle altre sezioni per la trattazione nel merito. In caso contrario, viene dichiarato inammissibile con ordinanza, come potrebbe essere avvenuto nel caso di specie.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene il testo fornito non contenga le motivazioni, questa sezione è il cuore di ogni provvedimento giudiziario. In un’ordinanza di Cassazione, le motivazioni illustrerebbero le ragioni giuridiche che hanno portato il collegio a decidere in un certo modo. Se, ad esempio, il ricorso fosse stato dichiarato inammissibile, la Corte avrebbe spiegato perché i motivi presentati dal ricorrente non rientravano tra quelli previsti dalla legge (es. violazione di legge o vizio di motivazione), erano generici o manifestamente infondati. Il compito della Corte è unicamente quello di verificare se i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge, senza poter entrare nel merito delle prove e dei fatti.
Conclusioni e Implicazioni Pratiche
La decisione della Corte di Cassazione è definitiva e non ulteriormente impugnabile. Le conclusioni di un’ordinanza di questo tipo determinano l’esito finale del processo. Se il ricorso viene rigettato o dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa irrevocabile e la pena, se prevista, deve essere eseguita. Se, invece, la Corte accoglie il ricorso, può annullare la sentenza. L’annullamento può essere ‘con rinvio’, se è necessario un nuovo giudizio di merito da parte di un’altra sezione della Corte d’Appello, o ‘senza rinvio’, se la Corte decide direttamente la questione ponendo fine al processo. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, ci mostra un momento fondamentale del sistema giudiziario, dove si decide la sorte di un processo attraverso un rigoroso controllo di legittimità.
Cosa significa proporre un ricorso in Cassazione?
Significa chiedere alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio in Italia, di controllare che la sentenza emessa da un giudice di grado inferiore (come la Corte d’Appello) abbia applicato correttamente le leggi dello Stato. La Corte non riesamina i fatti, ma solo la legittimità della decisione.
Chi sono il Presidente e il Relatore in un’udienza di Cassazione?
Sono due dei giudici che compongono il collegio giudicante. Il Presidente dirige e modera l’udienza. Il Relatore è il giudice che ha studiato approfonditamente il caso e lo espone agli altri membri del collegio, illustrando i fatti e le questioni legali sollevate nel ricorso.
Qual è la differenza tra una sentenza e un’ordinanza della Corte di Cassazione?
Generalmente, la sentenza definisce il giudizio decidendo sul merito del ricorso (accogliendolo o rigettandolo). L’ordinanza, come quella menzionata nel documento, è un provvedimento più snello, spesso utilizzato per decidere su questioni procedurali o per dichiarare l’inammissibilità del ricorso senza entrare nel merito delle questioni sollevate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 17576 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 17576 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il 05/03/1985
avverso la sentenza del 18/12/2023 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché l’unica censura prospettata, relativa recidiva contestata e ritenuta, oltre a ad essere smentita documentalmente ( quanto all’evasione
richiamata in sentenza, puntualmente attestata dal casellario in atti: si veda il punto 5 del certificato), è manifestamente infondata perchè su tale tema la sentenza impugnata appare
sorretta da sufficiente e non illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensiv sul punto così da rendere il relativo giudizio di merito non censurabile in questa sede
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616
proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 21 marzo 2025.