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Ricorso patteggiamento: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21891/2025, ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento. L’appello era stato presentato contro una sentenza di applicazione della pena per tentata rapina, danneggiamento e resistenza, lamentando la mancata valutazione delle condizioni per il proscioglimento. La Corte ha ribadito che, in base all’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., tale motivo di ricorso non è consentito per le sentenze di patteggiamento.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando l’Appello in Cassazione è Inammissibile

Il ricorso patteggiamento rappresenta una delle questioni più dibattute nella procedura penale, specialmente dopo le riforme che ne hanno limitato l’ambito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 21891 del 2025, ci offre l’opportunità di chiarire un punto fondamentale: i limiti all’impugnazione delle sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti. Questo provvedimento conferma un orientamento ormai consolidato, sottolineando come la scelta del rito alternativo comporti una rinuncia a determinate facoltà processuali.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza emessa dal Tribunale di Verona, con la quale si applicava all’imputato una pena concordata con il Pubblico Ministero per i reati di tentata rapina, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Contro questa decisione, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che il giudice di merito avesse commesso una violazione di legge. In particolare, si lamentava l’omessa valutazione delle condizioni che avrebbero potuto portare a una sentenza di proscioglimento immediato, come previsto dall’articolo 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte e i Limiti al Ricorso Patteggiamento

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile. La decisione si fonda su una norma specifica che regola l’impugnazione delle sentenze di patteggiamento: l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Questa disposizione, introdotta con la legge di riforma n. 103 del 2017, ha circoscritto in modo netto i motivi per cui è possibile presentare ricorso contro una sentenza emessa a seguito di accordo tra le parti. Il legislatore ha inteso così valorizzare la natura negoziale del patteggiamento, limitando le possibilità di rimettere in discussione l’accordo raggiunto.

Le Motivazioni: Il Divieto Espresso dall’Art. 448, comma 2-bis, c.p.p.

La motivazione della Corte è lapidaria e si basa su un’interpretazione letterale e consolidata della norma. L’art. 448, comma 2-bis, c.p.p. esclude esplicitamente che si possa ricorrere in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento deducendo “l’omessa valutazione da parte del giudice delle condizioni per pronunziare sentenza di proscioglimento”.

Il ricorso dell’imputato era basato proprio su questo motivo non consentito. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che dichiararne l’inammissibilità, senza nemmeno entrare nel merito della questione. Questo principio rafforza l’idea che, accettando il patteggiamento, l’imputato accetta anche una compressione del proprio diritto di impugnazione, focalizzandolo solo su specifici e limitati vizi del provvedimento.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cruciale per chiunque si approcci al rito del patteggiamento. La scelta di questo percorso processuale, sebbene vantaggiosa per lo sconto di pena, preclude la possibilità di contestare in sede di legittimità la mancata analisi da parte del giudice di merito delle cause di non punibilità. Gli avvocati e i loro assistiti devono essere pienamente consapevoli di questa limitazione: il ricorso patteggiamento non può essere utilizzato come uno strumento per ottenere una seconda valutazione sulla potenziale innocenza, una volta che l’accordo sulla pena è stato siglato e ratificato dal giudice.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento se il giudice non ha valutato le condizioni per l’assoluzione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che, ai sensi dell’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, il ricorso avverso una sentenza di patteggiamento non può essere basato sull’omessa valutazione da parte del giudice delle condizioni per una sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p.

Quali erano i reati oggetto della sentenza di patteggiamento in questo caso?
La sentenza di patteggiamento era stata applicata per i reati di tentata rapina, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Cosa ha introdotto la legge n. 103 del 2017 riguardo ai ricorsi contro le sentenze di patteggiamento?
La legge 23 giugno 2017, n. 103, ha introdotto il comma 2-bis all’art. 448 del codice di procedura penale, limitando i motivi per cui è possibile presentare ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento ed escludendo, tra gli altri, quello relativo alla mancata valutazione delle cause di proscioglimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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