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Ricorso patteggiamento: limiti all’impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento avverso una sentenza per reati di droga. Il motivo, un vizio di motivazione sulla pena, non rientra tra quelli tassativamente previsti dall’art. 448, co. 2-bis c.p.p. per impugnare una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando è Inammissibile? La Cassazione fissa i paletti

Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, è un istituto fondamentale del nostro sistema processuale penale, che permette di definire il processo in modo più rapido. Tuttavia, la possibilità di impugnare la sentenza che ne deriva non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui precisi confini del ricorso patteggiamento, chiarendo quali motivi possono essere validamente presentati e quali, invece, conducono a una declaratoria di inammissibilità.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di un accordo con il Pubblico Ministero, otteneva dal Tribunale di Lodi una sentenza di patteggiamento per un reato previsto dalla normativa sugli stupefacenti (art. 73, d.P.R. 309/90). Non soddisfatto della decisione, decideva di proporre ricorso per cassazione. Le sue doglianze si concentravano su un presunto vizio di motivazione riguardo a due punti specifici: la misura della pena inflitta e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Patteggiamento

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate. La decisione si fonda su una precisa norma introdotta dalla riforma Orlando (legge n. 103/2017), che ha significativamente limitato le possibilità di impugnazione delle sentenze di patteggiamento.

L’Analisi della Normativa

Il punto cruciale della decisione risiede nell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione elenca in modo tassativo i soli motivi per cui è ammesso il ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento. Essi sono:

1. Difetto di espressione della volontà dell’imputato: quando il consenso al patteggiamento non è stato liberamente e consapevolmente prestato.
2. Mancata correlazione tra richiesta e sentenza: se il giudice ha emesso una decisione che non corrisponde all’accordo tra le parti.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: nel caso in cui il reato sia stato inquadrato in una fattispecie giuridica sbagliata.
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza: se la sanzione applicata è illegale, ovvero non prevista dalla legge o applicata in misura superiore al massimo edittale.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha osservato che i motivi addotti dal ricorrente – ovvero il vizio di motivazione sulla quantificazione della pena e sulle attenuanti – non rientrano in nessuna delle categorie previste dall’art. 448, comma 2-bis c.p.p. Criticare la valutazione discrezionale del giudice sulla congruità della pena non equivale a denunciare l’illegalità della stessa. Una pena è ‘illegale’ solo quando esce dai binari fissati dalla legge, non quando la sua misura, pur restando entro i limiti legali, è ritenuta sproporzionata dalla difesa. Poiché il ricorrente non ha lamentato un’illegalità della pena, ma solo un difetto nel percorso argomentativo del giudice, il suo ricorso è stato ritenuto inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi si approccia al rito del patteggiamento: l’accordo sulla pena implica una sostanziale rinuncia a contestare nel merito le valutazioni del giudice, salvo i casi eccezionali e tassativi previsti dalla legge. Il ricorso patteggiamento non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per ridiscutere la congruità della pena concordata. La conseguenza di un ricorso inammissibile, come in questo caso, non è solo la conferma della sentenza, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È sempre possibile fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento?
No, il ricorso contro una sentenza di patteggiamento è possibile solo per i motivi tassativamente elencati dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Un difetto di motivazione sulla misura della pena è un valido motivo per impugnare un patteggiamento?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il vizio di motivazione sulla quantificazione della pena non rientra tra i motivi ammessi per il ricorso, a meno che non si traduca in una ‘illegalità della pena’ (es. una pena superiore al massimo previsto dalla legge).

Cosa succede se si presenta un ricorso per patteggiamento per motivi non consentiti dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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