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Ricorso Patteggiamento: Limiti all’Impugnazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento basato su un presunto vizio di motivazione. La decisione ribadisce che, a seguito della riforma del 2017, il ricorso per patteggiamento è consentito solo per motivi tassativamente elencati dalla legge, tra cui non rientra la carenza o l’illogicità della motivazione. L’appellante è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando è Inammissibile l’Impugnazione?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha riaffermato i rigidi limiti che governano l’impugnazione delle sentenze di patteggiamento. La decisione sottolinea come, a seguito delle modifiche legislative introdotte nel 2017, non sia più possibile presentare un ricorso per patteggiamento lamentando un semplice vizio di motivazione. Questa pronuncia offre un’importante occasione per chiarire le regole di questo istituto processuale e le conseguenze di un’impugnazione non consentita.

I fatti del caso

Nel caso specifico, un imputato aveva presentato ricorso in Cassazione avverso una sentenza di applicazione della pena su richiesta (comunemente nota come patteggiamento) emessa dal GIP del Tribunale. L’imputato, tramite il suo difensore, contestava la sentenza deducendo un vizio di motivazione, sostenendo che le ragioni alla base della decisione fossero mancanti e manifestamente illogiche. La richiesta era, quindi, quella di annullare la sentenza per questo specifico difetto.

La questione giuridica e i limiti del ricorso per patteggiamento

Il cuore della questione risiede nella normativa che regola il ricorso per patteggiamento in Cassazione. La Legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta ‘Riforma Orlando’) ha introdotto l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, modificando in modo significativo le possibilità di impugnare questo tipo di sentenze.

La norma stabilisce che il pubblico ministero e l’imputato possono ricorrere contro una sentenza di patteggiamento esclusivamente per i seguenti motivi:
1. Difetti nell’espressione della volontà dell’imputato (ad esempio, se il consenso non è stato libero e consapevole).
2. Mancata correlazione tra la richiesta di patteggiamento e la sentenza emessa dal giudice.
3. Errata qualificazione giuridica del fatto contestato.
4. Illegalità della pena applicata o della misura di sicurezza disposta.

Come si evince, l’elenco è tassativo e non include il vizio di motivazione tra i motivi ammessi.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile senza necessità di ulteriori formalità. I giudici hanno evidenziato che sia la richiesta di patteggiamento sia la successiva impugnazione erano avvenute dopo l’entrata in vigore della riforma del 2017. Di conseguenza, la nuova e più restrittiva disciplina era pienamente applicabile al caso in esame.

La Corte ha ribadito che la legge esclude esplicitamente la possibilità di contestare una sentenza di patteggiamento per vizi legati alla motivazione. Il legislatore ha inteso, con questa scelta, deflazionare il carico della Cassazione e dare maggiore stabilità alle sentenze che si fondano su un accordo tra le parti. Poiché il motivo addotto dal ricorrente non rientrava nel novero di quelli consentiti, il ricorso è stato respinto in radice.

Le conclusioni

La decisione si conclude con una condanna per il ricorrente. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile e non si ravvisa un’assenza di colpa da parte di chi lo ha proposto, scatta una duplice sanzione: la condanna al pagamento delle spese del procedimento e il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo caso, l’importo è stato fissato in quattromila euro. Questa pronuncia serve come monito: il ricorso per patteggiamento è uno strumento da utilizzare con estrema cautela e solo nei casi specificamente previsti dalla legge, per evitare non solo la delusione di un rigetto, ma anche significative conseguenze economiche.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per un presunto vizio di motivazione?
No, la legge attuale esclude espressamente che una sentenza di applicazione della pena su richiesta possa essere impugnata in Cassazione per motivi attinenti alla mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione.

Quali sono gli unici motivi per cui si può presentare un ricorso per patteggiamento in Cassazione?
Il ricorso è ammesso solo per motivi relativi all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa succede se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Se non viene ravvisata un’assenza di colpa nel ricorrente, questi viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata di 4.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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