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Ricorso patteggiamento: limiti all’impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento proposto da un imputato. La Corte ha ribadito che, a seguito della riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), i motivi di ricorso contro una sentenza di patteggiamento sono tassativi e non includono il vizio di motivazione sull’insussistenza delle cause di proscioglimento previste dall’art. 129 c.p.p. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando la Cassazione lo Dichiara Inammissibile

Il ricorso patteggiamento rappresenta una delle questioni più delicate della procedura penale, specialmente dopo le modifiche introdotte dalla Legge n. 103 del 2017. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 2553/2024, ha ribadito i confini invalicabili per l’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di accordo tra le parti, chiarendo quali motivi di doglianza non possono più trovare accoglimento in sede di legittimità.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una sentenza di patteggiamento emessa dal GIP del Tribunale di Taranto, decideva di proporre ricorso per Cassazione. L’impugnazione si fondava essenzialmente sulla presunta omessa valutazione da parte del giudice di primo grado delle condizioni che avrebbero potuto portare a un proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. In sostanza, il ricorrente lamentava un difetto di motivazione da parte del giudice che aveva ratificato l’accordo.

I Limiti al Ricorso Patteggiamento Post-Riforma

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente inammissibile, richiamando il consolidato orientamento giurisprudenziale formatosi dopo l’introduzione del comma 2-bis all’articolo 448 del codice di procedura penale. Questa norma, applicabile al caso di specie, ha drasticamente ridotto i motivi per cui è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento.

Oggi, il pubblico ministero e l’imputato possono proporre ricorso solo per motivi specifici e tassativi, quali:

1. Errata espressione della volontà dell’imputato;
2. Difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza;
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto;
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha spiegato che, alla luce di tale previsione normativa, ogni altra doglianza è esclusa. In particolare, il vizio di motivazione sull’insussistenza delle condizioni per una sentenza di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. non rientra più tra i motivi ammessi. Sebbene il giudice del patteggiamento abbia l’onere di verificare l’assenza di cause di proscioglimento, un’eventuale omissione o insufficienza della motivazione su questo punto non è più censurabile in sede di legittimità.

La Corte ha specificato che questa limitazione si estende a qualsiasi vizio di motivazione, inclusa quella relativa al mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Di conseguenza, un ricorso basato su tali argomenti deve essere dichiarato inammissibile “de plano”, ovvero senza la necessità di un’udienza pubblica, con una procedura accelerata.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in commento conferma la volontà del legislatore di conferire stabilità e definitività alle sentenze di patteggiamento, limitando drasticamente le possibilità di rimetterle in discussione. Per l’imputato e il suo difensore, ciò significa che la scelta del rito alternativo deve essere ponderata con estrema attenzione, poiché preclude la possibilità di contestare in Cassazione aspetti motivazionali che in un rito ordinario sarebbero pienamente appellabili. La conseguenza pratica per il ricorrente è stata non solo la conferma della sentenza, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 4.000,00 Euro alla Cassa delle ammende, a causa dell’inammissibilità del ricorso.

Quali sono i motivi per cui si può fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento?
Dopo la riforma del 2017, i motivi sono tassativi: problemi con l’espressione della volontà dell’imputato, mancanza di corrispondenza tra richiesta e sentenza, errata qualificazione giuridica del fatto, oppure illegalità della pena o della misura di sicurezza.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per mancanza di motivazione sull’assenza di cause di proscioglimento?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il difetto di motivazione sull’insussistenza delle condizioni per un proscioglimento immediato (art. 129 c.p.p.) non è più un motivo valido per il ricorso contro una sentenza di patteggiamento.

Cosa accade se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come stabilito dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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