Ricorso Patteggiamento: Quando si Può Contestare la Qualificazione del Reato?
Il ricorso patteggiamento rappresenta una delle questioni più delicate della procedura penale, poiché bilancia l’esigenza di economia processuale con la tutela dei diritti dell’imputato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i ristretti limiti entro cui è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento, in particolare quando l’oggetto della doglianza è l’erronea qualificazione giuridica del fatto. La pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere quando tale via sia percorribile e quando, invece, si traduca in una declaratoria di inammissibilità con conseguente condanna alle spese.
Il Caso in Esame
Un imputato, dopo aver concordato una pena ai sensi dell’art. 444 c.p.p. (patteggiamento) davanti al GIP del Tribunale, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Attraverso il proprio difensore, lamentava una violazione di legge, sostenendo che i fatti di reato fossero stati erroneamente qualificati dal punto di vista giuridico. La richiesta era, pertanto, quella di annullare la sentenza emessa.
I Limiti al Ricorso Patteggiamento: L’Art. 448, Comma 2-bis, c.p.p.
La questione centrale ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa norma, introdotta con la riforma del 2017, ha circoscritto in modo significativo i motivi per cui è possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento. L’obiettivo del legislatore era quello di deflazionare il carico della Suprema Corte, evitando impugnazioni meramente dilatorie o fondate su aspetti già accettati con l’accordo sulla pena.
Il ricorso è consentito solo per motivi specifici, tra cui non rientra, in via generale, una semplice riconsiderazione della qualificazione giuridica del fatto. La giurisprudenza ha però delineato un’eccezione a questa regola.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione sul Ricorso Patteggiamento
La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha ribadito il suo orientamento consolidato. La possibilità di contestare la qualificazione giuridica del fatto in un ricorso patteggiamento è limitata a casi eccezionali. Nello specifico, l’errore deve essere talmente evidente da risultare, con “indiscussa immediatezza”, palesemente eccentrico rispetto a quanto descritto nel capo di imputazione.
In altre parole, non è sufficiente prospettare una diversa interpretazione giuridica del fatto. L’errore deve essere macroscopico, un vero e proprio “errore sulla norma” immediatamente percepibile dalla semplice lettura degli atti, senza la necessità di alcuna valutazione di merito o analisi fattuale. La Corte ha specificato che non sono ammesse censure che implichino “errori valutativi non evidenti dal testo”, come quelli che il ricorrente cercava di sollevare nel caso di specie. Poiché nel caso esaminato non emergevano errori di tale palese natura, l’impugnazione è stata ritenuta inammissibile.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione
La decisione della Suprema Corte ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, conferma la stabilità delle sentenze di patteggiamento, che non possono essere messe in discussione se non per vizi di gravità eccezionale. Chi sceglie il rito del patteggiamento accetta, in larga misura, l’inquadramento giuridico dei fatti proposto dall’accusa.
In secondo luogo, la declaratoria di inammissibilità comporta conseguenze economiche severe per il ricorrente. Ai sensi dell’art. 616 c.p.p., non ravvisandosi un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso, l’imputato è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una consistente somma (nel caso specifico, quattromila euro) alla Cassa delle ammende. Questa sanzione funge da deterrente contro la presentazione di ricorsi infondati, sottolineando la necessità per la difesa di valutare con estrema attenzione i presupposti di ammissibilità prima di intraprendere la via dell’impugnazione.
È sempre possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per errata qualificazione giuridica del reato?
No, non è sempre possibile. La possibilità di ricorrere per Cassazione per questo motivo è limitata ai soli casi in cui la qualificazione giuridica risulti, con immediata evidenza, palesemente eccentrica rispetto al fatto descritto nel capo di imputazione.
Cosa intende la Corte di Cassazione per errore “palesemente eccentrico”?
Si intende un errore di diritto macroscopico e immediatamente percepibile dalla lettura degli atti, che non richiede alcuna attività di valutazione o interpretazione dei fatti. Deve trattarsi di un errore evidente che balza subito agli occhi, non di una diversa possibile interpretazione giuridica.
Quali sono le conseguenze se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Se il ricorso viene dichiarato inammissibile e non si ravvisa un’assenza di colpa da parte del ricorrente, quest’ultimo viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 11886 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 11886 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 11/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MACERATA il 01/10/2001
avverso la sentenza del 06/11/2024 del GIP TRIBUNALE di MACERATA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
COGNOME NOME ricorre, a mezzo del proprio difensore, avverso la senten indicata del Tribunale di Macerata, con la quale gli è stata applicata la pena ric ai sensi degli artt. 444 e ss. cod. proc. pen., deducendo violazione di le relazione all’erronea qualificazione giuridica dei fatti di reato. Chiede, pe annullarsi la sentenza impugnata.
Il ricorso va dichiarato inammissibile per indeducibilità della descritta cens che non rientra fra quelle consentite dall’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. (come introdotto dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017, in vigore dal 3 agosto 2017
Con specifico riferimento al tema del ricorso, va tenuto presente che considerazione del rito prescelto la possibilità di ricorrere per cassazione deduc l’erronea qualificazione del fatto contenuto in sentenza è limitata ai casi in c qualificazione risulti, con indiscussa immediatezza, palesemente eccentrica rispe al contenuto del capo di imputazione, dovendo in particolare escludersi l’ammissibil dell’impugnazione che richiami, come nel caso in esame, errori valutativi non evide dal testo (Sez. 5, n. 33145 del 08/10/2020, Cari, Rv. 279842; Sez. 3, n. 23150 17/4/2019, COGNOME; Sez. 1, n. 15553 del 20/3/2018, COGNOME, Rv. 272619). Ne caso in esame sono da escludere errori evidenti nella qualificazione giuridica del f
A norma dell’art. 616 cod. proc. pen, non ravvisandosi assenza di colpa nell determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 186 13.6.2000), alla condanna di parte ricorrente al pagamento delle spese procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura indicata in dispositivo.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento del spese processuali e della somma di euro quattromila alla Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma in data 11 marzo 2025.