Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 24357 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 2 Num. 24357 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/06/2025
ORDINANZA
Sul ricorso proposto da
NOME nato il 04/08/1987
avverso la sentenza resa il 7 aprile 2025 dal GIP del Tribunale di Verona
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Il GIP del Tribunale di Verona, con la sentenza impugnata, ha applicato nei confronti di NOME COGNOME la pena concordata dalle parti ex art. 444 cod. proc. pen., in relazione ai reati . di ricettazione di diverse autovetture e di riciclaggio di altri due veicoli , meglio precisa in rubrica .
Propone ricorso per cassazione l’imputato, deducendo violazione di legge in ordine al trattamento sanzionatorio e carenza di motivazione su eventuali cause ex art. 129 cod.proc.pen.
Il ricorso deve essere trattato nelle forme de plano, ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen. – come modificato dalla legge n. 103 del 2017 -, trattandosi di impugnazione, proposta avverso una sentenza di applicazione della pena pronunciata dopo l’entrata in vigore della novella, per motivi non consentiti poiché non previsti dall’art. 448, comma 2 bis, cod. proc. pen. e comunque generici.
Ed infatti, in base al nuovo art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen., il pubblico ministero e l’imputato possono proporre ricorso per cassazione contro la sentenza di applicazione
della pena solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatt
e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza; e nessuno di tali vizi risulta sussiste nel caso di specie.
All’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., valutati i profili di colpa
nella determinazione della causa di inammissibilità emergenti dal ricorso (Corte cost. 13
giugno 2000 n. 186), al versamento della somma, che ritiene equa, di euro 3000 a favore della cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Roma 17 giugno 2025