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Ricorso patteggiamento: i motivi non consentiti

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato con patteggiamento per ricettazione e riciclaggio. La decisione si fonda sul principio che il ricorso patteggiamento è possibile solo per i motivi tassativamente elencati dall’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen., tra cui non rientrano le censure generiche sul trattamento sanzionatorio.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando la Cassazione lo Dichiara Inammissibile?

L’istituto dell’applicazione della pena su richiesta delle parti, noto come patteggiamento, rappresenta una scelta strategica importante nel processo penale. Tuttavia, è fondamentale comprendere che questa scelta comporta significative limitazioni sulle possibilità di impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con chiarezza i confini del ricorso patteggiamento, dichiarando inammissibile un’impugnazione fondata su motivi non espressamente previsti dalla legge.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso

Il caso in esame riguarda un imputato che aveva concordato una pena con il Pubblico Ministero, poi ratificata dal GIP del Tribunale di Verona, per reati gravi quali la ricettazione di diverse autovetture e il riciclaggio di altri veicoli. Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato decideva successivamente di proporre ricorso per cassazione avverso la sentenza di patteggiamento.

Le sue doglianze si concentravano su due aspetti principali: una presunta violazione di legge nella determinazione del trattamento sanzionatorio e una lamentata carenza di motivazione da parte del giudice riguardo a eventuali cause di proscioglimento immediato previste dall’art. 129 del codice di procedura penale.

La Decisione della Corte: Limiti Stringenti per il Ricorso Patteggiamento

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza neanche la necessità di una pubblica udienza, trattando il caso con la procedura semplificata de plano. La decisione si basa su una norma specifica e decisiva: l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla cosiddetta Riforma Orlando (legge n. 103 del 2017).

Questa norma stabilisce un elenco tassativo e invalicabile dei motivi per cui è possibile presentare un ricorso patteggiamento in Cassazione. Qualsiasi motivo al di fuori di questo elenco è considerato non consentito e, di conseguenza, conduce a una declaratoria di inammissibilità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha evidenziato che la scelta del patteggiamento implica una parziale rinuncia al diritto di impugnazione. La legge, con l’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., ha voluto definire in modo preciso e restrittivo i possibili vizi che possono essere fatti valere contro una sentenza di applicazione della pena su richiesta. I motivi addotti dall’imputato, relativi alla quantificazione della pena e alla presunta omessa valutazione di cause di non punibilità, non rientrano in tale elenco.

La Cassazione ha pertanto qualificato i motivi del ricorso come “non consentiti” e “comunque generici”. Poiché il ricorso era stato proposto dopo l’entrata in vigore della riforma, la nuova e più severa disciplina era pienamente applicabile. Di conseguenza, l’impugnazione è stata rigettata in quanto priva dei presupposti di legge per poter essere esaminata nel merito.

Le Conclusioni: Cosa Comporta la Scelta del Patteggiamento

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e offre un importante monito per la difesa. La decisione di accedere al patteggiamento deve essere ponderata con estrema attenzione, poiché preclude quasi ogni possibilità di rimettere in discussione la vicenda processuale. Salvo casi eccezionali e specificamente previsti dalla legge (come errori nella qualificazione giuridica del fatto o illegalità della pena), la sentenza di patteggiamento diventa sostanzialmente definitiva. Il ricorso patteggiamento è un’opzione molto limitata, e tentare di utilizzarlo per contestare aspetti discrezionali come la misura della pena si rivela una strada non percorribile.

È sempre possibile fare ricorso in Cassazione contro una sentenza di patteggiamento?
No, il ricorso è possibile solo per un numero limitato di motivi espressamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Per quali ragioni il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché basato su motivi (relativi al trattamento sanzionatorio e alla carenza di motivazione su cause di proscioglimento) che non rientrano tra quelli consentiti dalla legge per impugnare una sentenza di patteggiamento.

Cosa significa che un ricorso viene trattato ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione decide sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di un’udienza pubblica, una procedura accelerata prevista per i ricorsi palesemente inammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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