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Ricorso Patteggiamento: i motivi di inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8673/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso patteggiamento, poiché il motivo sollevato (difetto di motivazione sul calcolo della pena) non rientra tra quelli tassativamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p. L’ordinanza ribadisce che l’impugnazione della sentenza di patteggiamento è limitata a specifici vizi legali, escludendo questioni di merito come la congruità della pena.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Guida ai Motivi di Inammissibilità secondo la Cassazione

Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, è un istituto fondamentale del nostro ordinamento processuale penale che consente di definire il processo in modo più rapido. Tuttavia, la possibilità di impugnare la sentenza che ne deriva è soggetta a limiti molto stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare nel dettaglio quando un ricorso patteggiamento viene considerato inammissibile, fornendo chiarimenti essenziali per imputati e difensori.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un imputato che, dopo aver concordato la pena con il Pubblico Ministero per un reato previsto dalla normativa sugli stupefacenti, ha deciso di impugnare la sentenza del GIP del Tribunale di Novara. L’unico motivo del ricorso era un presunto ‘difetto di motivazione’ da parte del giudice riguardo ai passaggi logici che avevano portato alla quantificazione della pena comminata. In sostanza, l’imputato lamentava che la sentenza non spiegasse a sufficienza come si fosse arrivati a quella specifica condanna.

La Decisione della Corte e i Limiti del Ricorso Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su una norma specifica e cruciale per chiunque affronti un patteggiamento: l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione, introdotta con la Legge n. 103/2017 (nota come Riforma Orlando), ha drasticamente limitato le ragioni per cui è possibile presentare un ricorso contro una sentenza di patteggiamento.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha sottolineato che la legge elenca in modo tassativo i motivi per cui è possibile impugnare. Un ricorso patteggiamento può essere proposto esclusivamente per le seguenti ragioni:

1. Vizi relativi all’espressione della volontà dell’imputato: ad esempio, se il consenso al patteggiamento non è stato dato liberamente e consapevolmente.
2. Difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza: se il giudice ha emesso una decisione che non corrisponde a quanto concordato tra le parti.
3. Erronea qualificazione giuridica del fatto: nel caso in cui il reato sia stato classificato in modo errato (es. furto invece di rapina).
4. Illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata: se la sanzione imposta è contraria alla legge per specie o quantità (es. una pena superiore al massimo edittale).

Nel caso di specie, il motivo sollevato dall’imputato – il difetto di motivazione sul calcolo della pena – non rientra in nessuna di queste categorie. La Cassazione ha chiarito che tale doglianza attiene al merito della valutazione del giudice sulla congruità della pena, un aspetto che, con l’accordo tra le parti, si presume accettato e non più contestabile, a meno che non sfoci in una vera e propria illegalità. Pertanto, essendo il motivo del ricorso al di fuori del perimetro tracciato dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., l’impugnazione è stata dichiarata inammissibile.

Conclusioni

L’ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato: la scelta del patteggiamento comporta una rinuncia a contestare la valutazione del giudice sulla congruità della pena concordata. Le porte del ricorso restano aperte solo per vizi procedurali e sostanziali di particolare gravità, elencati espressamente dalla legge. Chi intende presentare un ricorso patteggiamento deve quindi verificare attentamente se le proprie lamentele rientrano in questo ristretto novero, per evitare una declaratoria di inammissibilità che comporta, come in questo caso, la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Per quali motivi è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento?
È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento solo per motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra accusa e sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza, come stabilito dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Un difetto di motivazione sul calcolo della pena è un motivo valido per il ricorso patteggiamento?
No, secondo la Corte di Cassazione questo motivo non rientra nell’elenco tassativo previsto dalla legge. Pertanto, un ricorso basato esclusivamente su tale vizio è dichiarato inammissibile.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta il rigetto del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma era di quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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