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Ricorso patteggiamento: i motivi di inammissibilità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5427/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento per tentato omicidio. La Corte ha ribadito che il ricorso patteggiamento è consentito solo per i motivi tassativamente elencati dall’art. 448, co. 2-bis c.p.p., tra i quali non rientra il generico vizio di motivazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando l’Appello è Inammissibile?

La scelta di definire un procedimento penale attraverso l’applicazione della pena su richiesta delle parti, noto come patteggiamento, comporta conseguenze significative sulle possibilità di impugnazione della sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini invalicabili del ricorso patteggiamento, confermando che i motivi per contestare la decisione del giudice sono estremamente limitati. Questo principio è stato riaffermato in un caso riguardante una condanna per tentato omicidio aggravato.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di un accordo con la pubblica accusa, otteneva dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Padova una sentenza di patteggiamento con una pena di quattro anni e sei mesi di reclusione per il reato di tentato omicidio aggravato.

Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un presunto vizio di motivazione della sentenza, sia con riferimento all’applicazione dell’art. 129 c.p.p. (obbligo di immediata declaratoria di determinate cause di non punibilità) sia riguardo alla determinazione della pena stessa.

La Decisione della Corte e il limitato ricorso patteggiamento

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su una rigida interpretazione della normativa che regola l’impugnazione delle sentenze di patteggiamento.

I giudici hanno sottolineato come l’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale elenchi in modo tassativo ed esclusivo i motivi per cui è possibile presentare ricorso per Cassazione contro una sentenza emessa ai sensi dell’art. 444 c.p.p. Le doglianze sollevate dal ricorrente, relative a un presunto difetto di motivazione, non rientravano in tale elenco.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che il legislatore ha volutamente circoscritto la possibilità di impugnare una sentenza di patteggiamento per garantire la stabilità e la celerità che caratterizzano questo rito speciale. Il ricorso patteggiamento è ammissibile solo ed esclusivamente per motivi attinenti a:

a) L’espressione della volontà dell’imputato (ad esempio, se il consenso non è stato prestato liberamente).
b) Il difetto di correlazione tra la richiesta delle parti e la sentenza del giudice.
c) L’erronea qualificazione giuridica del fatto contestato.
d) L’illegalità della pena o della misura di sicurezza irrogata (ad esempio, una pena superiore ai massimi edittali).

Nel caso di specie, le lamentele del ricorrente non rientravano in nessuna di queste categorie. Criticare la motivazione sulla determinazione della pena o sull’assenza di cause di proscioglimento non costituisce un motivo valido per impugnare un patteggiamento. Di conseguenza, il ricorso è stato ritenuto inammissibile in quanto proposto per motivi non consentiti dalla legge.

L’inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro a favore della cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo di fondamento legale.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chi sceglie la via del patteggiamento: si tratta di una scelta processuale che implica una sostanziale rinuncia a contestare nel merito la decisione, salvo vizi procedurali o giuridici di eccezionale gravità. La possibilità di un ricorso patteggiamento non è una via per rimettere in discussione l’accordo raggiunto, ma solo un rimedio straordinario per correggere errori specifici e tassativamente previsti. Pertanto, sia gli imputati che i loro difensori devono valutare con estrema attenzione tutti gli aspetti dell’accordo prima di formalizzarlo, consapevoli dei limitatissimi spazi di impugnazione successiva.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per qualsiasi motivo?
No. Secondo la Corte, il ricorso contro una sentenza di patteggiamento è ammesso solo per i motivi specificamente ed esclusivamente elencati dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Quali sono i motivi per cui si può fare ricorso contro un patteggiamento?
I motivi ammessi sono: problemi relativi all’espressione della volontà dell’imputato, difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, erronea qualificazione giuridica del fatto, e illegalità della pena o della misura di sicurezza applicata.

Cosa succede se si propone un ricorso per motivi non consentiti?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come stabilito in questa ordinanza, ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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