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Ricorso patteggiamento: i motivi ammessi dalla Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso avverso una sentenza di patteggiamento, poiché basato su un vizio di motivazione. Il ricorso per cassazione patteggiamento è limitato a motivi tassativi, tra cui non rientra la mancanza di motivazione, come previsto dalla normativa vigente.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Patteggiamento: I Motivi Tassativi

Il patteggiamento, o applicazione della pena su richiesta delle parti, è un istituto fondamentale del nostro sistema processuale penale. Tuttavia, le vie per impugnare la sentenza che ne deriva sono strette e ben definite. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con chiarezza i limiti del ricorso per cassazione patteggiamento, sottolineando come non tutti i vizi possano essere fatti valere in questa sede. Analizziamo la decisione per comprendere quali sono i motivi ammessi e quali no.

Il Caso in Esame: Un Ricorso per Vizio di Motivazione

Nel caso specifico, un imputato aveva proposto ricorso per cassazione contro una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Milano per il reato di tentato furto aggravato. L’unico motivo di doglianza sollevato dal ricorrente era la ‘mancanza di motivazione’ della sentenza impugnata. Questa censura, sebbene comune in altri tipi di impugnazione, si scontra con le precise disposizioni normative che regolano l’appello a questo rito speciale.

I Limiti del Ricorso per Cassazione Patteggiamento dopo la Riforma

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione sulla normativa introdotta con la legge n. 103 del 2017. Questa riforma ha modificato in modo significativo l’articolo 448 del codice di procedura penale, introducendo il comma 2-bis.

I Motivi Tassativamente Previsti

Secondo tale disposizione, il pubblico ministero e l’imputato possono proporre ricorso per cassazione contro la sentenza di patteggiamento solo ed esclusivamente per i seguenti motivi:

1. Vizi della volontà: problemi relativi all’espressione del consenso dell’imputato al patteggiamento.
2. Difetto di correlazione: quando vi è una discrepanza tra quanto richiesto dalle parti e quanto deciso dal giudice nella sentenza.
3. Errata qualificazione giuridica: se il fatto è stato inquadrato in una fattispecie di reato errata.
4. Illegalità della pena: nel caso in cui la pena applicata o la misura di sicurezza disposta siano contrarie alla legge.

Come si può notare, il vizio di ‘mancanza di motivazione’ non rientra in questo elenco tassativo. La scelta del legislatore è stata quella di limitare il controllo di legittimità sulle sentenze di patteggiamento a questioni essenziali, escludendo censure di carattere più generale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha agito con una procedura semplificata, dichiarando l’inammissibilità del ricorso senza formalità, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. I giudici hanno evidenziato che sia la richiesta di patteggiamento sia l’impugnazione erano successive all’entrata in vigore della riforma del 2017, rendendo quindi pienamente applicabile il regime restrittivo.

Poiché il ricorrente ha dedotto un vizio di motivazione, motivo non contemplato dall’art. 448, comma 2-bis, e non ha lamentato l’illegalità della pena, il ricorso non poteva che essere dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa pronuncia conferma un orientamento consolidato e serve da monito per la difesa: quando si decide di impugnare una sentenza di patteggiamento, è cruciale fondare il ricorso su uno dei motivi tassativamente elencati dalla legge. Qualsiasi altro tipo di doglianza, come la generica mancanza di motivazione, è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità. La natura consensuale del patteggiamento implica una forte limitazione dei successivi mezzi di impugnazione, concentrando il controllo della Cassazione solo sui vizi più gravi e strutturali dell’accordo e della sentenza che lo recepisce.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per qualsiasi motivo?
No, la legge prevede un elenco tassativo di motivi. Il ricorso per cassazione avverso una sentenza di patteggiamento è ammesso solo per questioni relative al consenso dell’imputato, alla correlazione tra richiesta e sentenza, all’errata qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.

La mancanza di motivazione è un motivo valido per il ricorso per cassazione avverso un patteggiamento?
No, la mancanza di motivazione non rientra tra i motivi specificamente previsti dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale e, pertanto, un ricorso basato su tale vizio è inammissibile.

Cosa succede se si propone un ricorso per cassazione avverso un patteggiamento per motivi non consentiti dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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