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Ricorso patteggiamento: i limiti della Cassazione

Un imputato, dopo un patteggiamento per furto, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancanza di querela e l’omessa valutazione delle prove. La Corte ha dichiarato il ricorso patteggiamento inammissibile, ribadendo che l’impugnazione è limitata a specifici motivi di legge, tra cui non rientra la mancata verifica delle cause di proscioglimento.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento: Quando è Inammissibile? La Cassazione fissa i paletti

L’impugnazione di una sentenza emessa a seguito di applicazione della pena su richiesta delle parti, comunemente nota come patteggiamento, è un tema complesso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini invalicabili per il ricorso patteggiamento, chiarendo quali motivi possono essere sollevati e quali, invece, conducono a una declaratoria di inammissibilità. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere le modifiche introdotte dalla cosiddetta Riforma Orlando (L. 103/2017) e le loro conseguenze pratiche.

I Fatti di Causa: Dal Patteggiamento al Ricorso

Il caso ha origine da una sentenza del Tribunale di Torino che, accogliendo l’accordo tra accusa e difesa, applicava a un imputato una pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione e 2.000 euro di multa per diverse ipotesi di furto e utilizzo abusivo di carte di credito. Nonostante l’accordo raggiunto, il difensore dell’imputato decideva di proporre ricorso per Cassazione contro tale sentenza.

I Motivi del Ricorso: Querela Mancante e Omessa Valutazione

Il difensore basava l’impugnazione su due argomentazioni principali:

1. Erronea applicazione della legge penale: Si sosteneva che, per alcuni capi di imputazione, mancasse una valida querela. Le denunce presentate dalle persone offese, infatti, non contenevano una esplicita richiesta di punizione del colpevole, elemento essenziale della querela.
2. Vizio di motivazione: Si lamentava che il giudice del patteggiamento non avesse valutato la sussistenza delle condizioni per un proscioglimento immediato ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, non erano stati evidenziati elementi sufficienti a fondare un’affermazione di responsabilità, specialmente per gli episodi in cui le vittime non avevano riconosciuto l’imputato.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è netta e si fonda su una lettura rigorosa della normativa vigente. Secondo i giudici supremi, i motivi addotti dalla difesa non rientrano nel novero di quelli per cui è consentito impugnare una sentenza di patteggiamento. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte: L’Art. 448 comma 2-bis c.p.p.

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dell’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma ha limitato drasticamente le possibilità di impugnare le sentenze di patteggiamento, elencando in modo tassativo i motivi ammissibili. Essi sono:

– Vizi relativi all’espressione della volontà dell’imputato (ad esempio, un consenso non libero e consapevole).
– Difetto di correlazione tra la richiesta di patteggiamento e la sentenza emessa.
– Erronea qualificazione giuridica del fatto.
– Illegalità della pena applicata o della misura di sicurezza.

La Corte ha sottolineato come la giurisprudenza sia costante nell’affermare che la doglianza relativa all’omessa valutazione delle condizioni per il proscioglimento ex art. 129 c.p.p. non rientra in questo elenco. Pertanto, un ricorso patteggiamento basato su tale motivo è, per definizione, inammissibile. Entrambe le censure del ricorrente, sia quella sulla mancanza di querela sia quella sulla carenza di prove, miravano in sostanza a ottenere un proscioglimento nel merito, una valutazione che la legge esclude possa essere richiesta in sede di legittimità contro una sentenza di patteggiamento.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: la scelta del patteggiamento comporta una rinuncia a far valere determinate contestazioni nel merito della vicenda processuale. L’accordo sulla pena preclude la possibilità di lamentare, in sede di Cassazione, una presunta insufficienza probatoria o vizi procedurali come la mancanza di una condizione di procedibilità (la querela), qualora questi non si traducano in uno dei vizi tassativamente previsti dall’art. 448 c.p.p. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la valutazione sull’opportunità di accedere a questo rito speciale deve essere ancora più ponderata, tenendo conto dei ristretti margini di impugnazione successiva.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento lamentando che il giudice non ha verificato la sussistenza di cause di proscioglimento?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che, in seguito alla riforma introdotta con la legge 103/2017, questo motivo di ricorso è inammissibile poiché non rientra nell’elenco tassativo dei motivi previsti dall’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale.

Quali sono i motivi per cui si può fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento?
Il ricorso è consentito solo per motivi tassativi: vizi nella formazione della volontà dell’imputato, difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, erronea qualificazione giuridica del fatto, e illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa succede se si propone un ricorso per cassazione avverso un patteggiamento per motivi non consentiti dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile con una procedura semplificata (‘de plano’). Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma, determinata equitativamente, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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