LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso patteggiamento appello: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso proposto contro una sentenza di patteggiamento in appello. La ricorrente lamentava illogicità della motivazione e chiedeva pene sostitutive. La Corte chiarisce che il ricorso patteggiamento appello è ammesso solo per vizi nella formazione della volontà delle parti o per difformità della decisione del giudice rispetto all’accordo, motivi non presenti nel caso di specie. Viene inoltre ribadito che le pene sostitutive non possono essere richieste per la prima volta in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Patteggiamento Appello: i Limiti Stabiliti dalla Cassazione

L’istituto del concordato sui motivi di appello, noto come patteggiamento in appello, rappresenta uno strumento processuale finalizzato a definire il giudizio in modo più celere. Tuttavia, la possibilità di impugnare la sentenza che ne deriva è soggetta a limiti ben precisi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 27174/2024) chiarisce i confini dell’ammissibilità del ricorso patteggiamento appello, ribadendo un principio consolidato: non si può contestare l’accordo raggiunto liberamente, se non per vizi specifici.

I Fatti del Caso

Una donna, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza della Corte di Appello. Quest’ultima, su richiesta concorde delle parti, aveva applicato la pena di 4 anni e 10 mesi di reclusione, oltre a una multa di 2.000 euro.

Nel suo ricorso, la difesa sollevava due questioni principali:
1. Una presunta illogicità della motivazione della sentenza d’appello.
2. La richiesta di applicazione di una pena sostitutiva, come la detenzione domiciliare o la libertà controllata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile. Secondo i giudici, i motivi presentati dalla ricorrente non rientravano tra quelli consentiti dalla legge per impugnare una sentenza emessa ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende, a causa della colpa evidente nell’aver promosso un ricorso privo dei requisiti di ammissibilità.

Le Motivazioni: la Natura del Ricorso Patteggiamento Appello

La Corte ha basato la sua decisione su principi giurisprudenziali ormai consolidati. Il patteggiamento in appello è un vero e proprio negozio processuale, un accordo liberamente stipulato tra le parti (difesa e accusa) che, una volta recepito dal giudice, non può essere modificato unilateralmente.

La Cassazione ha chiarito che il ricorso patteggiamento appello è ammissibile solo in casi eccezionali e tassativi, ovvero quando si contestano:
Vizi nella formazione della volontà: ad esempio, se il consenso all’accordo è stato dato per errore, violenza o dolo.
Mancanza del consenso del pubblico ministero: se l’accordo non è stato effettivamente condiviso dall’accusa.
Contenuto difforme della pronuncia: se la decisione del giudice si discosta da quanto concordato tra le parti.

Nel caso in esame, i motivi addotti dalla difesa, come la generica illogicità della motivazione, non rientrano in nessuna di queste categorie. Erano, in sostanza, un tentativo di rimettere in discussione un accordo già perfezionato.

Sulla Richiesta di Pene Sostitutive

Anche il secondo motivo di ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ribadito un altro principio fondamentale: la richiesta di conversione della pena detentiva in una pena sostitutiva non può essere presentata per la prima volta in sede di legittimità. Tale istanza deve essere avanzata nei gradi di merito, ovvero davanti al Tribunale o alla Corte d’Appello, dove si valuta la situazione nel suo complesso. Presentarla direttamente in Cassazione costituisce una richiesta inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma la natura quasi definitiva dell’accordo raggiunto con il patteggiamento in appello. Una volta che le parti hanno esercitato il loro potere dispositivo e il giudice ha ratificato l’accordo, le vie di impugnazione si restringono drasticamente. Le parti devono essere consapevoli che la scelta del concordato in appello comporta una rinuncia a far valere motivi di doglianza più ampi.

Inoltre, la decisione sottolinea l’importanza di avanzare tutte le richieste, come quelle relative alle pene sostitutive, nelle sedi processuali appropriate. Proporre un ricorso per cassazione basato su motivi non consentiti dalla legge non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento in appello per qualsiasi motivo?
No. Il ricorso per cassazione è ammesso solo per motivi specifici, quali vizi nella formazione della volontà delle parti, mancanza del consenso del PM o difformità tra l’accordo e la decisione del giudice. Non è possibile contestare la logicità della motivazione in generale.

Si può chiedere una pena sostitutiva per la prima volta in Cassazione?
No, la richiesta di applicazione di pene sostitutive, come la detenzione domiciliare, deve essere presentata nei giudizi di merito (primo grado o appello) e non può essere avanzata per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione.

Cosa succede se si presenta un ricorso inammissibile contro una sentenza di patteggiamento in appello?
In caso di inammissibilità del ricorso, la parte ricorrente viene condannata al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una colpa, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende, come stabilito nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati