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Ricorso mandato arresto europeo: quando è inammissibile

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Procuratore Generale contro la concessione degli arresti domiciliari a un cittadino straniero destinatario di un mandato di arresto europeo. L’appello si basava su vizi di motivazione non ammessi per questo tipo di ricorso, che è limitato alla sola violazione di legge.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Mandato Arresto Europeo: I Limiti del Giudizio di Cassazione

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 31400/2024 offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso mandato arresto europeo in materia di misure cautelari. La Corte ha dichiarato inammissibile l’appello di un Procuratore Generale che contestava la decisione di una Corte d’appello di disporre gli arresti domiciliari, anziché la custodia in carcere, per una persona richiesta in consegna da un altro Stato membro. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il sindacato della Cassazione in questi casi è limitato alla sola violazione di legge, escludendo una nuova valutazione del merito.

Il Caso: Mandato d’Arresto e Misure Cautelari

La vicenda riguarda un cittadino di nazionalità turca, arrestato in Italia in esecuzione di un Mandato di Arresto Europeo emesso dall’autorità giudiziaria ungherese. L’accusa era estremamente grave: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con l’aggravante di essere a capo di un’organizzazione criminale transnazionale. La pena massima prevista per tale reato era di venti anni di reclusione.

Nonostante la gravità delle accuse, la Corte di appello di Catanzaro, in attesa della decisione sulla consegna, aveva applicato al soggetto la misura cautelare degli arresti domiciliari. La scelta si basava sulla documentazione presentata dall’interessato, che manifestava l’intenzione di rimanere in Italia e chiedere la protezione internazionale.

Le Ragioni del Ricorso Mandato Arresto Europeo del P.G.

Il Procuratore Generale ha impugnato tale ordinanza dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che gli arresti domiciliari fossero una misura inadeguata. Secondo il ricorrente, la Corte d’appello aveva trascurato elementi cruciali che indicavano un elevato pericolo di fuga:

* La nazionalità extra-europea dell’individuo.
* La sua dimostrata capacità di spostarsi agevolmente tra diversi paesi (Ungheria, Italia).
* La gravità del reato contestato e l’entità della possibile pena.

A parere del Procuratore, l’unica misura idonea a garantire la sua presenza nel procedimento sarebbe stata la custodia cautelare in carcere o, in subordine, l’applicazione del braccialetto elettronico.

La Decisione della Corte di Cassazione: Inammissibilità per Vizi non Deducibili

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della scelta operata dalla Corte d’appello. La decisione si fonda su un consolidato principio procedurale.

Il Principio di Diritto

In tema di mandato di arresto europeo, l’unico strumento per impugnare i provvedimenti sulle misure cautelari personali è il ricorso per cassazione per violazione di legge, come previsto dalla Legge n. 69/2005. Questo significa che non si possono denunciare vizi logici o di merito nella motivazione del giudice, a meno che questa non sia completamente assente o meramente apparente.

Motivazione Esistente vs. Valutazione di Merito

Nel caso specifico, la Corte d’appello aveva fornito una motivazione per la sua scelta: aveva dato prevalenza alla volontà del soggetto di chiedere protezione internazionale in Italia, ritenendola un fattore sufficiente a mitigare il rischio di fuga. Il ricorso del Procuratore, secondo la Cassazione, non denunciava una vera e propria violazione di norme di legge, ma si limitava a criticare la valutazione fatta dal giudice di merito, proponendo una diversa lettura degli indizi. In sostanza, chiedeva alla Cassazione di sostituire la propria valutazione a quella della Corte d’appello, un’operazione non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte sono state chiare e lineari. Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché, di fatto, prospettava vizi della motivazione non deducibili ai sensi della normativa sul mandato di arresto europeo. La Corte d’appello aveva compiuto una valutazione, immune da vizi giuridici, sull’adeguatezza della misura, attribuendo un peso specifico alla documentazione prodotta. Il ricorrente, invece, ha trascurato questo aspetto e si è limitato a esprimere una propria, differente, valutazione sulla scelta della misura cautelare. La Cassazione ha quindi ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma solo di controllare la corretta applicazione del diritto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza rafforza la discrezionalità del giudice di merito (la Corte d’appello) nella scelta della misura cautelare più appropriata nel contesto di una procedura di consegna basata su mandato di arresto europeo. Finché la decisione è supportata da una motivazione logica e non meramente apparente, essa non è sindacabile in Cassazione per questioni relative alla valutazione degli elementi di fatto, come il pericolo di fuga. La pronuncia sottolinea la netta distinzione tra il controllo di legalità, proprio della Cassazione, e la valutazione di merito, riservata ai giudici delle fasi precedenti del giudizio.

È possibile contestare in Cassazione la scelta di una misura cautelare (es. arresti domiciliari) in un procedimento di mandato di arresto europeo?
Sì, ma solo per “violazione di legge”. Non è possibile contestare la valutazione del giudice sulla scelta della misura più adeguata (vizio di motivazione o di merito), a meno che la motivazione sia completamente assente o meramente apparente.

Perché il ricorso del Procuratore Generale è stato dichiarato inammissibile?
Perché, pur essendo formalmente basato su una violazione di legge, in realtà contestava la valutazione discrezionale della Corte d’appello sul rischio di fuga della persona, proponendo una diversa interpretazione degli elementi fattuali. Questo tipo di critica riguarda il merito della decisione e non è ammesso in sede di legittimità per questa specifica materia.

Quale elemento ha considerato decisivo la Corte d’appello per concedere gli arresti domiciliari?
La Corte d’appello ha dato rilievo preminente alla documentazione prodotta dall’interessato, che attestava la sua intenzione di rimanere nel territorio italiano per chiedere la protezione internazionale, ritenendo questo elemento sufficiente a contenere il pericolo di fuga.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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