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Ricorso mandato arresto europeo: i termini perentori

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso mandato arresto europeo poiché presentato oltre il termine perentorio di cinque giorni stabilito dalla legge. La sentenza sottolinea l’importanza cruciale del rispetto dei termini procedurali, che prevale sull’esame del merito delle questioni sollevate, come la possibilità di eseguire la custodia cautelare in Italia.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Mandato Arresto Europeo: Quando 5 Giorni Fanno la Differenza

Nel complesso ambito della cooperazione giudiziaria europea, il ricorso mandato arresto europeo rappresenta uno strumento cruciale di tutela per l’interessato. Tuttavia, la procedura è scandita da termini rigorosi, il cui mancato rispetto può avere conseguenze definitive. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 18598/2024, lo ribadisce con chiarezza: presentare un ricorso in ritardo ne determina l’inammissibilità, impedendo qualsiasi discussione nel merito. Analizziamo insieme il caso.

I Fatti del Caso: Una Richiesta di Consegna dall’Austria

La vicenda ha origine da un mandato di arresto europeo emesso dall’autorità giudiziaria austriaca nei confronti di un cittadino moldavo, residente stabilmente in Italia, per processarlo in relazione a plurimi delitti di furto.

La Corte di Appello di Milano accoglieva la richiesta di consegna, subordinandola però a una condizione importante: una volta concluso il processo in Austria, l’eventuale pena detentiva avrebbe dovuto essere scontata in Italia. Questa decisione mirava a non sradicare la persona dal suo tessuto sociale e a favorirne il reinserimento, riconoscendo il suo radicamento nel nostro Paese.

I Motivi del Ricorso: Soggiorno Cautelare in Italia?

Nonostante questa apertura, la difesa presentava ricorso per cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Violazione di legge: Si sosteneva che la Corte di Appello avesse errato nel non consentire che anche la misura cautelare, in attesa del processo, potesse essere scontata in Italia, applicando la normativa sul reciproco riconoscimento delle misure alternative alla detenzione cautelare (Decisione quadro 2009/829/GAI).
2. Mancanza di motivazione: Si lamentava che la sentenza non avesse spiegato perché le esigenze cautelari potessero essere soddisfatte solo con il carcere in Austria e non, ad esempio, con gli arresti domiciliari in Italia.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Mandato Arresto Europeo

La Corte di Cassazione, tuttavia, non è nemmeno entrata nel merito di queste argomentazioni. Ha dichiarato il ricorso inammissibile per un motivo puramente procedurale: la tardività.

Le Motivazioni: Il Rispetto del Termine Perentorio

Il cuore della decisione risiede nell’articolo 22 della legge n. 69 del 2005, che disciplina proprio il mandato di arresto europeo. La norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione contro la sentenza della Corte di Appello deve essere proposto entro cinque giorni dalla conoscenza legale della stessa.

Nel caso di specie, la sentenza della Corte di Appello era stata letta in udienza il 28 marzo 2024, alla presenza delle parti. Il ricorso, invece, era stato depositato solo il 5 aprile 2024, ben oltre il termine perentorio di cinque giorni. Questo ritardo, anche se di pochi giorni, è stato fatale.

La Corte ha sottolineato che il termine è stabilito a pena di decadenza. Il suo mancato rispetto comporta una sanzione processuale, l’inammissibilità, che impedisce al giudice di esaminare i motivi del ricorso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: L’Inammissibilità e le Sue Conseguenze Pratiche

Questa sentenza è un monito fondamentale sull’importanza del rigore formale e del rispetto dei termini nel processo penale, specialmente in una materia delicata come la cooperazione giudiziaria internazionale. Anche le argomentazioni più solide e fondate nel merito diventano irrilevanti se non vengono veicolate attraverso gli strumenti processuali corretti e nei tempi stabiliti dalla legge. Per chi si occupa di ricorso mandato arresto europeo, la tempestività non è un’opzione, ma un requisito imprescindibile per poter difendere efficacemente i diritti del proprio assistito.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro una sentenza che decide su un mandato di arresto europeo?
Secondo l’art. 22 della legge n. 69 del 2005, il ricorso deve essere proposto, a pena di decadenza, entro cinque giorni dalla conoscenza legale della sentenza.

Cosa succede se il ricorso contro la decisione sul mandato di arresto europeo viene presentato in ritardo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito delle questioni sollevate e la decisione impugnata diventa definitiva. Il ricorrente, inoltre, viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La Corte di Cassazione ha esaminato la questione se la detenzione cautelare potesse essere eseguita in Italia anziché in Austria?
No, la Corte non ha esaminato nel merito questa né altre questioni sollevate dalla difesa. La dichiarazione di inammissibilità per tardività del ricorso ha impedito alla Corte di pronunciarsi sul contenuto dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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