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Ricorso mandato arresto europeo: i termini perentori

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso contro la consegna in base a un mandato di arresto europeo. La decisione si fonda sulla tardività dell’impugnazione, presentata oltre il termine perentorio di cinque giorni stabilito dalla legge, sottolineando l’urgenza di tali procedure.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Mandato Arresto Europeo: la Cassazione Conferma il Termine di 5 Giorni

Nel contesto della cooperazione giudiziaria europea, la tempestività è un principio cardine. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce l’importanza del rispetto dei termini perentori nel presentare un ricorso mandato arresto europeo, pena la sua inammissibilità. Questa decisione offre spunti cruciali sulla rigidità delle scadenze procedurali e sulle ragioni che le sottendono, legate all’esigenza di massima urgenza voluta dal legislatore europeo.

I Fatti del Caso: la Consegna e l’Impugnazione

Il caso ha origine da una sentenza della Corte di Appello di Milano, che aveva disposto la consegna di un individuo alle autorità giudiziarie dei Paesi Bassi. La richiesta si basava su un mandato di arresto europeo emesso da un giudice di Amsterdam per i reati di estorsione e rapina.

Contro tale decisione, l’interessato proponeva ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando vizi di motivazione quali mancanza, contraddittorietà e illogicità.

La sentenza della Corte di Appello era stata emessa e depositata in udienza il 12 settembre 2025. Il ricorso per cassazione, tuttavia, veniva depositato solo il 23 settembre 2025, ovvero undici giorni dopo.

La Decisione sul Ricorso Mandato Arresto Europeo

La Corte di Cassazione, con una procedura semplificata e senza formalità (de plano), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è una e inappellabile: la tardività. L’impugnazione è stata presentata ben oltre il termine di legge. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso sul Mandato di Arresto Europeo è Tardivo

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su un’analisi rigorosa della normativa vigente in materia di mandato di arresto europeo. La motivazione si articola su due punti principali: la normativa di riferimento e il calcolo dei termini.

La Normativa di Riferimento e l’Urgenza della Procedura

Il fulcro della questione risiede nell’articolo 22 della legge n. 69 del 2005, come modificato dal d.lgs. n. 10 del 2021. Questa modifica ha ridotto a cinque giorni il termine per proporre ricorso per cassazione avverso i provvedimenti che decidono sulla consegna in esecuzione di un mandato di arresto europeo. La Corte sottolinea come questa riduzione sia coerente con i principi della normativa europea, in particolare con la decisione quadro 2002/584/GAI. L’articolo 17 di tale decisione prevede che il M.A.E. ‘deve essere trattato ed eseguito con la massima urgenza’. La giurisprudenza della stessa Corte aveva già confermato questa interpretazione, evidenziando come la celerità sia essenziale per l’efficacia del sistema di cooperazione giudiziaria.

Il Calcolo dei Termini

Il calcolo è stato semplice e inequivocabile. La sentenza della Corte di Appello è stata letta e depositata il 12 settembre 2025. Il termine di cinque giorni per impugnare scadeva quindi il 17 settembre 2025. Il ricorso è stato depositato il 23 settembre 2025, risultando palesemente tardivo. Questa violazione procedurale ha impedito alla Corte di esaminare nel merito le censure sollevate dal ricorrente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma con forza un principio fondamentale: nel procedimento relativo al mandato di arresto europeo, le scadenze non sono negoziabili. La brevità del termine di cinque giorni per il ricorso per cassazione riflette l’esigenza di assicurare una rapida definizione delle procedure di consegna, in linea con gli impegni assunti in ambito europeo. Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare la massima attenzione alla decorrenza dei termini, poiché un errore procedurale, come un deposito tardivo, preclude qualsiasi possibilità di far valere le proprie ragioni nel merito davanti al giudice di legittimità, con conseguenze definitive per l’interessato.

Qual è il termine per presentare ricorso per cassazione contro un provvedimento di consegna basato su un Mandato di Arresto Europeo?
Il termine perentorio, ovvero non prorogabile, per presentare il ricorso è di cinque giorni dalla data di emissione e deposito della sentenza della Corte di Appello che decide sulla consegna.

Cosa succede se il ricorso viene presentato oltre questo termine?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione. Questo significa che la Corte non esamina le ragioni e i motivi del ricorso, ma lo respinge per una violazione procedurale, rendendo definitiva la decisione di consegna.

Perché il termine per l’impugnazione è così breve?
Il termine di cinque giorni è stato stabilito per adeguare la normativa italiana al principio di ‘massima urgenza’ previsto dalla legislazione dell’Unione Europea per il trattamento dei Mandati di Arresto Europei, al fine di garantire una cooperazione giudiziaria rapida ed efficace tra gli Stati membri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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