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Ricorso intempestivo: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato contro una precedente declaratoria di inammissibilità per tardività. La Corte ha stabilito che in caso di ricorso intempestivo è legittima la procedura semplificata “de plano”, che non richiede la fissazione di un’udienza né la preventiva convocazione delle parti, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Intempestivo: Le Conseguenze dell’Inammissibilità e la Procedura de plano

Un ricorso intempestivo, ovvero presentato oltre i termini di legge, è destinato a una declaratoria di inammissibilità. Ma quale procedura deve seguire la Corte di Cassazione in questi casi? È sempre necessario garantire il contraddittorio tra le parti? Una recente ordinanza della Suprema Corte fa chiarezza, confermando la legittimità di una procedura semplificata e le pesanti conseguenze per chi non rispetta le scadenze processuali.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso per cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello, dichiarato inammissibile dalla Settima Sezione penale della Suprema Corte perché presentato fuori termine. La difesa del ricorrente, non accettando la decisione, ha proposto un ulteriore ricorso ai sensi dell’art. 625 bis c.p.p., lamentando la mancata instaurazione del contraddittorio. In sostanza, il ricorrente sosteneva che la decisione di inammissibilità fosse stata presa senza dargli la possibilità di essere ascoltato in un’udienza.

La Decisione sul ricorso intempestivo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha respinto anche questo secondo ricorso, dichiarandolo a sua volta inammissibile. La Corte ha chiarito che il motivo addotto dal ricorrente – la violazione del diritto al contraddittorio – non è tra quelli consentiti per impugnare una decisione di questo tipo. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della decisione risiede nella spiegazione della procedura applicabile in caso di ricorso intempestivo. La Corte ha ribadito un principio consolidato, basato sul combinato disposto degli articoli 591, comma 1, lett. c) e 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale.

Secondo i giudici, l’inammissibilità dell’impugnazione è una sanzione specifica per irregolarità che riguardano il rapporto processuale stesso, come:

* L’impugnabilità oggettiva e soggettiva del provvedimento;
* La legittimazione del proponente;
* La forma e i termini dell’atto di impugnazione;
* L’interesse a impugnare.

Quando una di queste irregolarità è manifesta, come nel caso di un ricorso depositato tardivamente, la legge prevede una procedura accelerata e semplificata, definita “de plano“. Questa procedura non richiede la fissazione di un’udienza camerale né la notifica di un avviso ai difensori. La decisione viene presa sulla base degli atti, senza la necessità di un confronto orale tra le parti.

La Corte ha sottolineato che questa scelta legislativa è finalizzata a garantire l’efficienza del sistema giudiziario, evitando di appesantire il ruolo delle udienze con ricorsi palesemente privi dei requisiti minimi di ammissibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza riafferma con forza un principio fondamentale della procedura penale: il rispetto dei termini per impugnare è un requisito non negoziabile. Un ricorso intempestivo non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma attiva una procedura semplificata che esclude il contraddittorio orale. La decisione evidenzia le gravi conseguenze per il ricorrente, che oltre a vedersi preclusa la via della giustizia, subisce una condanna economica. Questo provvedimento serve da monito sull’importanza della diligenza e della precisione nella gestione dei termini processuali, la cui violazione comporta una sanzione irrimediabile di inammissibilità.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile senza un’udienza?
Secondo la Corte, ciò avviene in caso di vizi originari dell’impugnazione, come un ricorso intempestivo. In tali circostanze, la legge prevede una procedura semplificata “de plano” che non necessita di un’udienza formale.

È legittimo dichiarare inammissibile un ricorso per tardività senza avvisare i difensori e fissare un’udienza?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la procedura “de plano”, applicabile ai ricorsi intempestivi, non richiede né la fissazione di un’udienza camerale né l’avviso preventivo ai difensori, poiché la sanzione di inammissibilità deriva direttamente dalla violazione di una norma processuale.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre a impedire l’esame del merito dell’impugnazione, la declaratoria di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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