Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non può riesaminare i fatti
Recentemente, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: il suo ruolo di giudice di legittimità, non di merito. Con l’ordinanza in esame, è stato dichiarato un ricorso inammissibile perché mascherava, dietro la denuncia di vizi di legge, una richiesta di nuova valutazione dei fatti. Questa decisione sottolinea le gravi conseguenze per chi tenta di forzare i confini del giudizio di Cassazione.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato in via definitiva, si era visto respingere la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali da parte del Magistrato di Sorveglianza. Contro tale decisione, aveva proposto reclamo al Tribunale di Sorveglianza, il quale, con un’ordinanza del 26 novembre 2024, aveva confermato il provvedimento iniziale.
Non soddisfatto dell’esito, il condannato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione nell’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza.
I Limiti del Giudizio di Cassazione e il Ricorso Inammissibile
Il punto centrale della questione non riguarda tanto il merito della richiesta di affidamento in prova, quanto la natura del ricorso presentato. La Corte di Cassazione ha il compito di assicurare l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, nonché l’unità del diritto nazionale. Non può, tuttavia, sostituire la propria valutazione dei fatti a quella compiuta dai giudici dei gradi precedenti (cosiddetti giudici di merito).
Nel caso specifico, i giudici supremi hanno rilevato che il ragionamento del Tribunale di Sorveglianza era completo, logico e coerente. Le censure mosse dal ricorrente, sebbene formalmente presentate come violazioni di legge, miravano in sostanza a ottenere una diversa e più favorevole interpretazione degli elementi già valutati dal giudice a quo.
La Differenza tra Vizio di Legge e Riesame del Merito
È cruciale comprendere questa distinzione. Un vizio di legge si verifica quando una norma è stata applicata in modo errato o non è stata applicata affatto. Un vizio di motivazione sussiste quando il ragionamento del giudice è palesemente illogico, contraddittorio o carente. Chiedere un riesame del merito, invece, significa chiedere a un nuovo giudice di ‘rileggere’ le prove (documenti, testimonianze) per giungere a una conclusione diversa. Questa attività è preclusa alla Corte di Cassazione.
Le Motivazioni della Corte Suprema
La Corte ha ritenuto che il condannato, attraverso il suo ricorso, stesse chiedendo una valutazione differente e, per l’appunto, inammissibile degli elementi di merito. Il Tribunale di Sorveglianza aveva già effettuato una disamina coerente per respingere la richiesta, e la Cassazione non ha ravvisato alcun vizio di legittimità nel suo operato. Di conseguenza, il ricorso non poteva essere accolto e ne è stata dichiarata l’inammissibilità.
Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato due importanti conseguenze per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, poiché non sono emersi elementi per escludere la colpa nella proposizione di un ricorso palesemente infondato, è stato condannato anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi dilatori o manifestamente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione, pertanto, funge da monito: il ricorso in Cassazione è uno strumento serio, da utilizzare solo in presenza di effettivi vizi di legittimità e non come un terzo grado di giudizio sul merito della vicenda.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché il ricorrente, pur lamentando formalmente vizi di legge e di motivazione, ha in realtà chiesto alla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti, un’attività che non rientra nelle competenze della Corte, la quale è un giudice di legittimità e non di merito.
Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in questo caso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, poiché non sono stati individuati elementi che potessero giustificare l’errore nel presentare un ricorso privo dei presupposti di legge.
Qual è il ruolo della Corte di Cassazione rispetto alla valutazione dei fatti?
La Corte di Cassazione non può riesaminare o rivalutare i fatti e le prove del processo. Il suo compito è limitato a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la logicità e coerenza della motivazione della decisione impugnata, senza entrare nel merito della vicenda.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16790 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16790 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 06/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a ROMA il 14/04/1969
avverso l’ordinanza del 26/11/2024 del TRIB. SORVEGLIANZA di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Visti gli atti.
Esaminati il ricorso e la ordinanza impugnata.
Rilevato che il ricorso di NOME COGNOME sollecita apprezzamenti di merito estranei
al giudizio di legittimità e, laddove denuncia violazione di legge e vizi motivazionali,
è comunque manifestamente infondato;
Considerato infatti che il Tribunale di sorveglianza di Roma, con motivazione
adeguata e non manifestamente illogica, ha respinto l’opposizione avverso il provvedimento del locale magistrato di sorveglianza che aveva applicato in INDIRIZZO
provvisoria – nei confronti dell’odierno ricorrente – la detenzione domiciliare, mentre aveva respinto la richiesta di affidamento in prova al servizio sociale
ritenendo di non potere formulare, allo stato, una prognosi di non recidivanza in ragione dei suoi numerosi precedenti penali, delle varie pendenze a suo carico e
per l’assenza di una stabile prospettiva lavorativa e, comunque, di una attività
risocializzante;
Rilevato che il condannato, rispetto a tale compiuto e logico ragionamento svolto dal Tribunale di sorveglianza per confermare il provvedimento del magistrato di sorveglianza, pur lamentando la violazione di legge ed il vizio di motivazione, chiede in realtà una differente (ed inammissibile) valutazione degli elementi di merito rispetto a quella coerentemente effettuata dal giudice a quo per respingere la richiesta di affidamento in prova;
Ritenuto, pertanto, che deve essere dichiarata l’inammissibilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, il 6 marzo 2025.