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Ricorso inammissibile: valutazione della pericolosità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, in quanto volto a una nuova valutazione dei fatti non consentita in sede di legittimità. La Corte conferma la valutazione della pericolosità della ricorrente, basata sui suoi precedenti, sulla prolungata irreperibilità e sulla violazione di prescrizioni detentive. La decisione comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Valutazione di Merito non è Ammessa in Cassazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 14800 del 2024 offre un chiaro esempio di come un ricorso inammissibile non solo ponga fine a un percorso giudiziario, ma possa anche rafforzare le valutazioni già espresse dai giudici di merito. In questo caso, la Suprema Corte ha rigettato l’impugnazione di una ricorrente, confermando la valutazione sulla sua pericolosità sociale basata su elementi concreti e inconfutabili. Analizziamo la decisione per comprendere i limiti del giudizio di legittimità e le conseguenze di un’impugnazione generica.

I Fatti del Caso

Una persona condannata dalla Corte d’Appello di Bologna presentava ricorso per Cassazione avverso la sentenza. L’obiettivo del ricorso era contestare la valutazione operata dai giudici di secondo grado, proponendo un approccio valutativo alternativo dei fatti e della propria condotta. La difesa mirava a dimostrare una minore pericolosità sociale rispetto a quella delineata nella sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il fulcro della decisione risiede nella natura stessa del giudizio di Cassazione. Questo tipo di giudizio, detto ‘di legittimità’, non ha lo scopo di riesaminare i fatti o di offrire una nuova interpretazione delle prove, compiti che spettano esclusivamente ai tribunali di primo e secondo grado (giudizio ‘di merito’). Il ruolo della Cassazione è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Poiché il ricorso si limitava a prospettare un ‘alternativo approccio valutativo’ senza denunciare vizi di legge, è stato considerato generico e, quindi, inammissibile.

Le Motivazioni: Pericolosità e Condotta della Ricorrente

La Corte ha ritenuto che la valutazione della Corte d’Appello fosse ben motivata e fondata su elementi oggettivi. La maggiore pericolosità della ricorrente non era un’astratta supposizione, ma il risultato di un’analisi precisa della sua condotta complessiva. Gli elementi chiave considerati sono stati:

* I plurimi precedenti penali: la presenza di altre condanne passate indicava una tendenza a delinquere.
* La prolungata irreperibilità: la ricorrente si era resa irreperibile per un lungo periodo, dimostrando la volontà di sottrarsi alla giustizia e alle misure restrittive.
* La violazione delle prescrizioni: la condotta evidenziava un mancato rispetto delle regole connesse al regime detentivo, palesando una chiara ‘proclività alla violazione dei precetti’.

Questi fattori, nel loro insieme, disegnavano un quadro di affidabilità personale molto basso, giustificando pienamente la valutazione di pericolosità espressa nella sentenza d’appello.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche e Principio di Diritto

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per la ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione viene irrogata proprio in ragione dei ‘sottesi profili di colpa’ nell’aver presentato un ricorso palesemente infondato.

Il principio di diritto che emerge da questa ordinanza è fondamentale: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti. Chi intende impugnare una sentenza di appello deve individuare specifici errori di diritto o vizi logici nella motivazione, non può limitarsi a proporre una propria, differente, lettura della vicenda. In caso contrario, il risultato sarà, come in questo caso, un ricorso inammissibile con l’aggravio di ulteriori spese.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché proponeva un approccio valutativo alternativo inerente al merito dei fatti, un tipo di riesame non consentito in sede di Cassazione, la quale giudica solo la corretta applicazione della legge.

Quali elementi sono stati considerati per confermare la pericolosità della ricorrente?
La valutazione si è basata su elementi concreti come i plurimi precedenti penali, il fatto che la persona si fosse resa irreperibile per un lungo periodo e la manifesta proclività alla violazione delle prescrizioni legate al regime detentivo.

Quali sono le conseguenze economiche di questo ricorso inammissibile?
La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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