Ricorso Inammissibile: Quando il Ritardo Costa Caro
Nel mondo del diritto, il tempo è un fattore cruciale. I termini processuali non sono semplici indicazioni, ma veri e propri pilastri che garantiscono la certezza e la celerità della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo lapidario le gravi conseguenze del loro mancato rispetto, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando il ricorrente a sanzioni pecuniarie. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere perché la forma e le scadenze sono tanto importanti quanto il merito di una questione legale.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un imputato, per il tramite del suo difensore, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. L’obiettivo era, come di consueto, ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’iter dell’impugnazione si è arenato prima ancora di poter entrare nel vivo delle questioni giuridiche sollevate.
La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha troncato sul nascere le speranze del ricorrente. Gli Ermellini hanno rilevato una “palese inammissibilità” del ricorso, una valutazione che permette alla Corte di decidere senza le formalità di un’udienza pubblica, ai sensi dell’art. 625-bis, comma 4, del codice di procedura penale. La decisione non si è soffermata sulle ragioni di merito dell’appello, ma si è concentrata esclusivamente su un vizio procedurale insuperabile.
Le Motivazioni: Il Mancato Rispetto dei Termini
Il cuore della decisione risiede in una constatazione tanto semplice quanto perentoria: il ricorso è stato presentato “senza l’osservanza del termine per impugnare stabilito dalla legge”. In altre parole, l’atto è stato depositato in ritardo. La Corte ha qualificato l’impugnazione come “straordinaria”, non nel senso di eccezionale, ma in quello tecnico di anomala, poiché proposta al di fuori dei casi e delle tempistiche consentite. Il rispetto dei termini perentori è un requisito di ammissibilità fondamentale, la cui violazione impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle doglianze. La legge stabilisce finestre temporali precise entro cui le parti possono esercitare il loro diritto di impugnazione, e superare tali limiti comporta la decadenza da tale diritto.
Le Conclusioni: Conseguenze Economiche e Principio di Diritto
Le implicazioni di questa declaratoria di inammissibilità sono duplici e significative. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva, cristallizzando la decisione della Corte d’Appello. In secondo luogo, scattano conseguenze economiche severe per il ricorrente. La Corte, infatti, non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha condannato l’imputato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una cospicua somma di quattromila euro in favore della cassa delle ammende. Questa sanzione non ha natura risarcitoria, ma punitiva, e serve a disincentivare la presentazione di impugnazioni tardive o palesemente infondate che congestionano il sistema giudiziario. Il principio di diritto che emerge è chiaro: la diligenza nel rispetto delle regole procedurali è un dovere ineludibile, la cui negligenza comporta non solo la perdita della possibilità di far valere le proprie ragioni, ma anche un concreto pregiudizio economico.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato oltre il termine previsto dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito della questione, ma si ferma a rilevare il vizio procedurale, respingendo l’atto senza esaminarne il contenuto.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile per tardività?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende. Nel caso specifico, la somma è stata quantificata in 4.000 euro.
Perché la Corte ha potuto decidere senza le formalità di un’udienza?
La legge (art. 625-bis, co. 4, c.p.p.) consente alla Corte di Cassazione di dichiarare l’inammissibilità di un ricorso senza le formalità ordinarie quando le cause, come il mancato rispetto di un termine, sono palesi e immediatamente rilevabili dagli atti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12516 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12516 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/06/2023 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
i -d- a -to avviso alle parti,..
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Esaminati gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso proposto da parte di NOME a mezzo del proprio difensore, avverso la sentenza della Corte di appello di Bologna, e rilevat la palese inammissibilità di quest’ultimo per cause che possono dichiararsi senza formalità, sensi dell’art. 625-bis, co. 4, c.p.p., si rileva che il ricorso sia straordinario, poiché pro ricorrente fuori dei casi consentiti:
Ovvero senza l’osservanza del termine per impugnare stabilito dalla legge
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 21.2.2024