Ricorso Inammissibile: Quando un Ritardo Costa Caro
Nel processo penale, il rispetto delle scadenze non è una mera formalità, ma un pilastro fondamentale che garantisce certezza e ordine. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda le severe conseguenze di un deposito tardivo, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando il ricorrente a sanzioni pecuniarie. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale dei termini perentori e come la loro violazione possa precludere ogni possibilità di difesa nel merito.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da una sentenza del Giudice di Pace di Padova, emessa il 17 aprile 2024, che condannava un imputato a una multa di 10.000 euro per il reato previsto dalla normativa sull’immigrazione (art. 14, co. 5 quater, D.Lgs. 286/98).
L’imputato, presente all’udienza di primo grado, decideva di impugnare la decisione tramite il proprio difensore, lamentando la violazione di norme procedurali e un errore nella valutazione dei fatti. Tuttavia, la cronologia processuale si è rivelata fatale:
* Data della sentenza: 17 aprile 2024
* Scadenza per il deposito della sentenza: 2 maggio 2024
* Scadenza per proporre impugnazione: 1 giugno 2024 (giorno feriale)
* Data di deposito del ricorso: 3 giugno 2024
Il ricorso è stato quindi depositato due giorni dopo il termine ultimo previsto dalla legge, un ritardo che ha spostato l’attenzione della Corte di Cassazione dalla sostanza delle doglianze alla mera verifica procedurale.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte, senza entrare nel merito dei motivi di appello, ha emesso una pronuncia di ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una constatazione puramente oggettiva: il mancato rispetto dei termini per proporre impugnazione, stabiliti dall’art. 585 del codice di procedura penale.
La Corte ha semplicemente verificato che il ricorso era stato depositato tardivamente, rendendo l’impugnazione irricevibile. Questa declaratoria impedisce al giudice di esaminare le ragioni dell’appellante, indipendentemente dalla loro potenziale fondatezza. La tardività, in questo contesto, agisce come una barriera insormontabile.
Le Motivazioni: La Perentorietà dei Termini Processuali
La motivazione dell’ordinanza è lapidaria e si basa sul principio della perentorietà dei termini processuali. Ai sensi dell’art. 591, co. 1, lett. c) c.p.p., l’impugnazione è inammissibile quando non sono osservate le disposizioni relative ai termini per la sua proposizione.
Il termine per impugnare, essendo l’imputato presente in aula al momento della lettura del dispositivo, decorreva secondo le regole ordinarie e scadeva il 1° giugno 2024. Il deposito effettuato il 3 giugno è stato, quindi, irrimediabilmente tardivo. Il rispetto di queste scadenze è un requisito di ammissibilità che precede qualsiasi valutazione sul contenuto del ricorso. Se questo requisito non è soddisfatto, il giudice non ha il potere di esaminare i motivi di doglianza.
La decisione della Cassazione ribadisce che i termini processuali sono posti a garanzia della certezza del diritto e della ragionevole durata del processo. Permettere deroghe senza una giustificazione legale minerebbe le fondamenta stesse del sistema giudiziario.
Le Conclusioni: Le Conseguenze Economiche dell’Inammissibilità
La declaratoria di ricorso inammissibile non è priva di conseguenze pratiche. Anzi, esse sono particolarmente onerose. In applicazione dell’art. 616 c.p.p., la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.
La Corte ha giustificato l’entità della sanzione richiamando la sentenza n. 186 del 2000 della Corte Costituzionale, la quale stabilisce che tale condanna è legittima a meno che non si dimostri che la parte ha proposto il ricorso “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. In questo caso, non essendo emersi elementi per escludere la colpa del ricorrente nella tardiva proposizione dell’impugnazione, la sanzione è stata applicata. L’ordinanza serve quindi da monito sull’importanza della diligenza e della precisione nel compimento degli atti processuali.
Cosa succede se un ricorso viene depositato in ritardo?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che il giudice non può esaminare nel merito i motivi presentati, indipendentemente dalla loro fondatezza, perché non è stato rispettato un requisito procedurale essenziale.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso è condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in 3.000 euro.
Perché il giudice ha dichiarato il ricorso inammissibile senza valutare i motivi di impugnazione?
Perché il rispetto dei termini per impugnare è una condizione di ammissibilità che deve essere verificata prima di ogni altra valutazione. Se il termine non è rispettato, come in questo caso, la legge impone al giudice di dichiarare l’inammissibilità dell’atto senza poter procedere all’esame del suo contenuto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2016 Anno 2025
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE Data Udienza: 28/11/2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2016 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Composta da
– Presidente –
NOME COGNOME NOME COGNOME NOME COGNOME
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME (cui COGNOME nato inTunisia il 04/07/1972 avverso la sentenza del 17/04/2024 del GIUDICE COGNOME di Padova udita la relazione del Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO
Il Giudice di Pace di Padova con la sentenza del 17 aprile 2024 condannava NOME Ali per il delitto di cui all’art. 14 co.5 quater D.Lgs 268/98 alla pena di 10.000 euro di multa.
Avverso detto provvedimento proponeva ricorso l’imputato tramite il proprio difensore, articolando un unico motivo di doglianza avente ad oggetto la violazione degli artt. 187 e 192 cod. proc. pen., il mancato riconoscimento della causa di esclusione della punibilità di cui all’art. 14 co. 5 quater D.Lgs. 286/98 e vizio di motivazione.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso Ł all’evidenza inammissibile ai sensi dell’art. 591 co 1 lett. c) cod. proc. pen., in relazione all’art. 585 cod. proc. pen. per non essere stati osservati i termini per proporre ricorso.
La sentenza Ł stata pronunciata in data 17 aprile 2024; il termine per il deposito scadeva il 2 maggio 2024 e il termine per proporre impugnazione il 1° giugno 2024, giorno feriale, stante il fatto che l’imputato era presente all’udienza.
Il ricorso Ł stato invero depositato tardivamente il 3 giugno 2024.
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e – alla luce della sentenza 13 giugno 2000, n. 186 della Corte costituzionale e in mancanza di elementi per ritenere che «la parte abbia proposto il ricorso senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità» – della somma di euro 3000 a favore della cassa delle ammende, tenuto conto della tardiva proposizione dell’impugnazione.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della cassa delle ammende.
Così Ł deciso, 28/11/2024
Il Consigliere estensore NOME COGNOME
Il Presidente NOME COGNOME