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Ricorso inammissibile: termini per l’impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché presentato oltre il termine perentorio di quindici giorni. Il ricorrente aveva impugnato un’ordinanza che gli imponeva l’obbligo di presentazione alla polizia, ma il deposito tardivo del ricorso ha impedito alla Corte di esaminare il merito della questione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze del Mancato Rispetto dei Termini

Il rispetto dei termini processuali è un pilastro fondamentale del sistema giudiziario. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci ricorda in modo inequivocabile come una semplice svista procedurale possa precludere l’esame nel merito di una questione, portando a un ricorso inammissibile con conseguenze economiche significative. Questa decisione evidenzia l’importanza cruciale della diligenza e della tempestività nell’esercizio del diritto di difesa.

I Fatti del Caso: L’Impugnazione di una Misura di Prevenzione

La vicenda trae origine da un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Matera, che convalidava un provvedimento del Questore. Tale provvedimento imponeva a un cittadino l’obbligo di presentarsi presso la questura per un periodo di cinque anni. Sentendosi leso nei suoi diritti, il soggetto decideva di presentare ricorso per cassazione, affidandolo a due specifici motivi: in primo luogo, lamentava una violazione di legge riguardo all’attribuzione della condotta e alla sussistenza dei presupposti per l’adozione della misura; in secondo luogo, contestava un vizio di motivazione circa la valutazione della sua pericolosità sociale.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

Nonostante le argomentazioni presentate, la Corte di Cassazione non è mai entrata nel merito della questione. La sentenza ha infatti dichiarato il ricorso inammissibile per un vizio puramente procedurale: la tardività. La Corte ha rilevato che l’ordinanza impugnata era stata notificata all’interessato in data 21 marzo 2025. La legge prevede un termine perentorio di quindici giorni per proporre impugnazione. Tuttavia, il ricorso è stato presentato solo in data 19 maggio 2025, ben oltre il limite consentito. Questo ritardo ha reso l’impugnazione irricevibile, impedendo ai giudici di valutare se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno.

Le Motivazioni: la Tardività come Causa di Inammissibilità

La motivazione della Corte è lapidaria e si fonda su un principio cardine della procedura penale. I termini per impugnare sono perentori, ovvero il loro mancato rispetto comporta la decadenza dal diritto di esercitare l’azione. In questo caso, il termine di quindici giorni decorreva dalla notifica del provvedimento. Il fatto che il ricorso sia pervenuto quasi due mesi dopo la scadenza ha determinato la sua automatica inammissibilità, senza che fosse necessario alcun approfondimento sulle questioni di merito sollevate. La Corte ha sottolineato che, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, all’inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente a pagare le spese del procedimento.

Le Conclusioni: Condanna alle Spese e Sanzione Pecuniaria

Le conseguenze pratiche di questa declaratoria di inammissibilità sono state severe per il ricorrente. Oltre a vedersi preclusa la possibilità di una revisione della misura di prevenzione, è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte lo ha condannato al pagamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno specificato che tale sanzione è dovuta in quanto non sono emersi elementi per ritenere che la tardività fosse dovuta a una causa non imputabile al ricorrente (assenza di colpa), come previsto da una nota sentenza della Corte Costituzionale. Questa decisione funge da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica attenta e scrupolosa nel rispettare le scadenze processuali, la cui violazione può avere effetti definitivi e costosi.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per tardività, poiché è stato presentato il 19/05/2025, ben oltre il termine perentorio di quindici giorni che decorreva dalla notifica dell’ordinanza impugnata, avvenuta il 21/03/2025.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha esaminato i motivi del ricorso relativi alla presunta violazione di legge e alla valutazione di pericolosità?
No, la Corte non ha esaminato i motivi di merito del ricorso. La tardività ha costituito un vizio procedurale che ha impedito ai giudici di valutare la fondatezza delle questioni sollevate dal ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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